Varagona: «Dobbiamo recuperare il contatto con le persone»
La conferenza è stata organizzata dall'associazione culturale "La Corolla", dalla Parrocchia di Ss. Simone e Giuda, dall'Ufficio Regionale per le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Marchigiana e dalla Sezione Marche dell'Unione Cattolica Stampa Italiana.
Gli importanti ospiti hanno offerto le proprie testimonianze in vista della Giornata per le Comunicazioni Sociali e hanno sollecitato nel pubblico le prime reazioni riguardo alle precise parole del Pontefice Benedetto VI: "Le parocchie devono essere all'avanguardia nell'educazione ai media dei giovani."
Ad offrire i primi spunti introducendo il tema degli effetti forti "a lungo termine" proprio il Direttore dell'Ufficio Regionale per le Comunicazioni Sociali della CEM, Don Dino Cecconi.
«La Giornata Mondiale per le Comunicazioni Sociali - ha spiegato il coordinatore dei lavori - è un'occasione per renderci conto del peso degli input culturali dati dai mass media. Nel compito che abbiamo verso l'infanzia dobbiamo rendere i messaggi maggiormente attraenti affinché possano far emergere e sviluppare le personalità dei bambini. I media sono un business, i media giudicano, i media fanno morale. Persino Vespa diventa i tribunale di situazioni e momenti criminali. Come e quanto i media siano veramente educativi è una sfida pesante per tutti gli educatori».
Vincenzo Varagona, giornalista della RAI, riflette sui metodi e sugli strumenti per difendere i bambini dalla violenza della TV e raggiungere i ragazzi all'interno della Rete:«Tanti adulti davanti alla tecnologia si arrestano. Dobbiamo recuperare il contatto con le persone, ma le regole che sono state introdotte per la TV devono anche essere introdotte nei nuovi media».
L'avvocato Lucia Panzini ha offerto la testimonianza dell'esperienza diretta della sua famiglia. «Nel bosco dei media la famiglia è in trincea. Bisogna trasmettere ai bambini i principi sullo stare insieme. Internet è una finestra sul mondo, ma a casa abbiamo dato delle regole e degli orari di utilizzo e ne abbiamo prima parlato insieme. Non dobbiamo demonizzare i media. Anche se la TV è inguardabile in alcune ore, possiamo spegnerla. Abbiamo un grande potere».
Rossana Sisti, giornalista di Voghera e caposervizio di Popotus, si chiede invece che fine farà le lettura nell'epoca delle conessioni permanenti: «Il richiamo alle azioni positive del Papa chiama in causa anche la lettura. Non solo i media, ma anche l'editoria. Le immagini ci vogliono consumatori. La parola scritta va coltivata e il lettore è una persona informata. Leggere è la premessa per entrare con più consapevolezza nel mondo». Ebe Francioni, dirigente scolastico e collaboratrice dell'Ufficio Scolastico Regionale per le Marche, ha offerto il punto di vista degli educatori in merito ai problemi del rapporto con il tempo, della compagnia e della fiducia: «Per educare bisogna avere pazienza e dedicare piu tempo ai figli e alla vita in famiglia. I bambini guardano solo la TV perché non hanno altri punti di riferimento per capire il mondo. La nostra società, purtroppo, è caratterizzata dalla fretta: abbiamo tempo solo per le cose urgenti e mai per quelle davvero importanti».
La conclusione nelle parole di soddisfazione di Don Dino Cecconi:
«E' bello aver colto in questa comunità cittadini la volontà di essersi fermati a riflettere. Una religione basata sul sensazionalismo non è religione. Una cultura basata sul sensazionalismo non è vera cultura».