Vinicio Alessi non sa trovare spiegazioni per l'esplosione

Vinicio Alessi non sa trovare spiegazioni per l'esplosione

L'incidente non è avvenuto nella parte di lavorazione degli esplosivi ma nel magazzino

Lì Filippo Gabrielli, un operaio esperto, era andato a mettere i giochi pirici già pronti, negli scatoloni, per le feste in programma oggi". Il giorno dopo la deflagrazione che ha causato la morte di due operai ed ha distrutto lo stabilimento della 'Pirotecnica Alessi Domenico', il fratello di Alessi, Vinicio, non azzarda ancora alcuna ipotesi.
 "Il reparto dello scoppio non è quello di lavorazione, dove si preparano i colori, le stelle luminose, e dove incidenti come questo possono accadere". Gabrielli, "un operaio esperto, stava infilando i giochi nelle scatole, un'operazione banale, quando c'é stato il boato, il fumo, e lui è finito ridotto in
brandelli". "Francesco Marrucchi (il secondo operaio deceduto ndr) si trovava a 70-80 metri di distanza, nella stessa ala della fabbrica, e ha fatto una morte atroce, carbonizzato". "Mio fratello Domenico invece - spiega Vinicio - è riuscito a scappare, ed è stato aggredito dalle fiamme dal torace in giù, mentre correva, riportando ustioni gravissime, di secondo grado". Tanto che nel pomeriggio dovrebbe essere trasferito in un centro grandi ustionati del nord Italia.   Vinicio Alessi scarta l'idea che a provocare il rogo possa essere stato un mozzicone di sigaretta, o un fiammifero: "Filippo Gabrielli non fumava più da anni, e chi lavora in un'azienda come la nostra sa che è pericolosissimo farlo". Nel magazzino si trovavano anche il capo operaio Paolo Ciotti e un altro addetto, Alessandro Poli, sentiti oggi dai carabinieri su delega della procura di Fermo: è dalle loro testimonianze che si spera di acquisire elementi utili alle indagini.   La famiglia Alessi intanto si è messa a disposizione della magistratura. La titolare della ditta (che è una società individuale), Giovanna Allevi, moglie di Domenico, dovrà probabilmente nominare un avvocato, in vista delle autopsie.   Nel frattempo, tutte le feste di paese per le quali la 'Alessi' avrebbe dovuto lavorare oggi - cinque appuntamenti, da Fermo a Pesaro, a Marino del Tronto - dovranno fare a meno dei fuochi pirotecnici.Chi lavora in un'azienda pirotecnica lo sa: questo è un mestiere di cui si può morire. Trent'anni fa, negli anni Settanta, due delle famiglie coinvolte nello scoppio dello stabilimento di ieri a Piane di Montegiorgio, i Gabrielli e gli Alessi, fecero i conti con una tragedia analoga. Pasquale Alessi, zio di Domenico (il titolare dell'azienda omonima, ricoverato in coma ad Ancona) e Nazzareno Gabrielli, fratello di Filippo, uno dei due operai rimasti uccisi nell'esplosione di ieri, persero la vita in un disastro analogo, avvenuto nella vecchia sede della ditta 'Alessi', ad Appignano del Tronto.   "Una tragedia lontana, ma per noi sempre viva" ha detto staamani Vinicio Alessi, fratello di Domenico. E il dolore e il lutto in questa casa sono anche più recenti: la moglie di Domenico, Giovanna Allevi, cui è intestata l'azienda, è la zia di Eleonora Allevi, la ragazzina di Appignano travolta e uccisa con altri tre amici da un furgone guidato da un rom ubriaco, il 23 aprile scorso ad Appignano.Sono stati estesi anche al territorio di alcuni Comuni limitrofi a Piane di Montegiorgio i sopralluoghi per la stima dei danni nell'area investita ieri pomeriggio dall'esplosione della 'Pirotecnica Alessi', in cui hanno perso la vita due operai, mentre il titolare ottantenne è rimasto gravemente ustionato.   Si tratta di Belmonte Piceno, Grottazzolaina e Fermo. Da stamane sono al lavoro circa 15 persone, fra tecnici della Provincia di Ascoli Piceno e volontari della protezione civile, organizzati in cinque squadre per la valutazione delle conseguenze subite da aziende e abitazioni private della zona. Al momento, lo stabilimento più danneggiato rimane quello della Bios-Soft, un'azienda di medicinali oftalmici, che sorge a circa 500 metri dal luogo della deflagrazione: le strutture portanti non sono state intaccate, ma vetri, infissi e parti in cartongesso sono stati divelti. La fase dell'emergenza è terminata alle 13: in serata si dovrebbe decidere se rientreranno nelle loro abitazioni oppure no le tre famiglie che questa notte hanno dormito in sistemazioni di fortuna messe a disposizione dalla protezione civile regionale. La quale, oltre
ad aver allestito una cinquantina di pasti presso un ristorante della zona, fornirà a imprenditori e residenti caschetto di sicurezza, guanti e altri strumenti per procedere alla rimozione dei detriti da impianti produttivi e case.   In mattinata si è svolta una prima riunione operativa tra il capo della protezione civile delle Marche Roberto Oreficini, il responsabile provinciale Dante Merlonghi, il coordinatore dei volontari Murizio Zingarini, l'assessore provinciale al Genio Civile Luigino Baiocco e il sindaco Luigi Achilli. Una seconda riunione, per una prima valutazione dell'esito dei sopralluoghi, é prevista nel pomeriggio, con la partecipazione dell'assessore regionale al lavoro Ugo Ascoli.

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