La nostra apicoltura avrà un consolidamento e un rilancio
Proprio in questo periodo, con la fioritura dell'acacia, si apre la campagna di produzione del miele.
Alla produzione dell'acacia, uno dei mieli più conosciuti, seguiranno quelli del castagno, il tiglio, il girasole, la melata ed in quantitativi maggiori il miele millefiori tipico delle Marche, caratteristico per le sue fragranze delicate.
A riguardo, la Cia - Confederazione italiana agricoltori della provincia di Ascoli Piceno, sottolinea l'importanza di avviare un percorso virtuoso anche per il miele del nostro territorio con la presentazione della domanda per il riconoscimento della Dop. La Cia, inoltre, è a disposizione di tutti gli apicoltori che desiderano depositare il fascicolo del produttore al fine
di accedere ai benefici comunitari del Piano Apistico Regionale.
«È necessario - ha dichiarato Tonino Ciccolanti, Presidente della Cia di Ascoli- che ogni anno il Piano sia applicato dalla Regione Marche in maniera quanto più tempestiva possibile all'apertura della campagna apistica con la relativa pubblicazione dei bandi, permettendo di dare continuità di copertura alle varie spese sostenute dagli enti e dalle imprese».
Il riconoscimento della denominazione di origine protetta, tutelato a livello europeo, permetterà alla nostra apicoltura un consolidamento e un rilancio.
Ebbene la Dop diviene molto importante considerando che i circa 75 mila apicoltori del nostro Paese producono 150 mila quintali di miele all'anno, di cui 30 mila esportati all'estero, per una produzione lorda vendibile di 60 milioni di euro e un apporto alla bilancia agricola pari a 2.500 milioni. Un settore di grande rilievo, dunque, confermato anche dalla legge 313/2004 che oltre a riconoscere l'apicoltura come attività agricola a tutti gli effetti in quanto conduzione zootecnica delle api, stabilisce che si tratta di una attività di interesse nazionale.