L’ultima in ordine di tempo è la vicenda del Contratto di quartiere Monticelli.
L’unica cosa certa è che sabato 28 aprile solo cinque sindaci sono tornati dall’incontro di Ancona con il Ministro Di Pietro, con in tasca 42 milioni di euro per la riqualificazione delle loro città.
Il motivo è semplice: solo i sindaci dei comuni di Ancona, Jesi, Ripatransone, Pollenza e Cupramontana hanno firmato sia la convenzione che il protocollo d’intesa con il Ministero, avendo scrupolosamente e diligentemente prodotto tutti i documenti e i progetti conformi al bando di gara del Ministero, previsti dall’accordo quadro con la Regione Marche nel gennaio 2006 e rispettando tutte le fasi e i tempi di approvazione e attuazione del finanziamento del Programma innovativo in Ambito Urbano “Contratto di Quartiere II”. Tali adempimenti sono stati ritenuti corretti e dotati di conformità tecnica dal Comitato Paritetico per l’attuazione del Programma. (Ministero e Regioni)
Tutti i progetti validi, tranne uno: quello del Comune di Ascoli! Il quale non ha la conformità urbanistica, in parole povere, non ha lo strumento urbanistico attuativo; essendo decaduti, già dal 2004, i termini previsti per l’adozione definitiva.
Il sindaco si vantò, addirittura, in Consiglio il 19 aprile scorso, di aver voluto, volontariamente, superare tali termini in attesa del pronunciamento definitivo della graduatoria da parte del Ministero. In quel modo non ha dato seguito, inopinatamente, alla approvazione della variante al PRG, facendo decadere i tempi per l’adozione definitiva.
E questo è il risultato! Solo il Sindaco di Ascoli, Ing. Celani, è tornato sabato da Ancona con le mani vuote, anzi, con un pugno di mosche in mano. Questa è la cruda verità, nonostante i suoi tentativi di mascheramento della realtà e i suoi sforzi, in tv e sui giornali, di confondere le idee e di rabberciare una situazione a dir poco umiliante.
L’unica cosa certa è che il Comune deve, ora, onorare l’impegno economico per l’incarico di coordinamento relativo a tutte le fasi di attuazione del Programma stesso. Il Comune ha affidato tale incarico all’architetto Giuseppe Anelli di Rimini, il quale ha chiesto per questo “rilevante e complesso compito” la bella cifra di 350.000,00 euro (come da sua richiesta prot. 21126 del 06 aprile 2006).
Ma anche su questa parcella c’è del mistero.
Il Comune riconosceva congrua, con determina n. 503 dello stesso giorno della richiesta del professionista, la somma di “soli” 280.000,00 euro, individuando una riduzione unilaterale del 20%.
Ma il giorno dopo, con determina n. 516, il Comune si accorge di non aver applicato la normativa comunitaria (2004-18) e le vigenti leggi in materia (D.Lgs. n. 157 del 17.03.1995). La soglia al netto degli oneri di legge sarebbe di 211.000,00 euro e questo limite non può essere superato, come prevede l’art. 2 comma 3 lett. F del bando Ministeriale!
Tutto questo senza nessuna altra richiesta del professionista incaricato….sembra una trattativa unilaterale da parte del Comune! A questo punto: quanto bisogna versare all’arch. Anelli di Rimini? In quali tempi? E, soprattutto, quali sono stati i requisiti, i criteri e le modalità di individuazione per l’incarico del suddetto professionista?».
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