Poi il messaggio di speranza con le sue mani che carezzano la testiera del pianoforte suonato in pubblico dopo due anni e l'annuncio di un tour che partirà in autunno.
Giovanni Allevi squarcia la leggerezza dell'Ariston con il suo racconto di dolore e di sofferenza dovuta al mieloma che lo ha colpito due anni fa. A Sanremo la sua testimonianza di dolore e malattia che viene ascoltata in piedi dal pubblico del Festival e interrotta da molti applausi di partecipazione.
"Quando non c'è più certezza del futuro, bisogna vivere più intensamente il presente. È come se avessi strappato alla mia fine una manciata di anni e voglio viverli più intensamente possibile.
All'improvviso mi è crollato tutto. Non suono più il pianoforte davanti ad un pubblico da quasi due anni.
Nel mio ultimo concerto, alla Konzerthaus di Vienna, il dolore alla schiena era talmente forte che sull'applauso finale non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello. E non sapevo ancora di essere malato. Poi è arrivata la diagnosi, pesantissima. Ho perso molto: il mio lavoro, i miei capelli, le mie certezze, ma non la speranza e la voglia di immaginare. Era come se il dolore mi porgesse degli inaspettati doni. Come quello di rendersi conto di essere felice anche suonando davanti a 15 persone, come succedeva all'inizio. I numeri non contano, perché ogni individuo, ognuno di noi, ognuno di voi, è unico, irripetibile e a suo modo infinito".
La gratitudine per "la bellezza del Creato: il rosso dell'alba è diverso dal rosso del tramonto", la riconoscenza "per i medici, gli infermieri e il personale ospedaliero, per la ricerca scientifica senza la quale non sarei qui a parlarvi, per il sostegno che ricevo dalla mia famiglia, per la forza e l'esempio che ricevo dagli altri pazienti. Porto insieme a me su questo palco quelli che chiamo i guerrieri. Come dissi a Vienna in quel mio ultimo concerto, non potendo contare sul io corpo, suonerò con tutta l'anima". Poi arrivano le note di Tomorrow (Domani).