Marco Ahmetovic si dice sconvolto per aver causato la morte dei 4 giovani
L'interrogatorio è avvenuto nel carcere di Marino del Tronto, alla presenza del pubblico ministero. I reati sono omicidio colposo e resistenza a pubblico ufficiale, dato che in preda ad un raptus al momento dell'arresto si è scagliato contro i carabinieri. La pena, in questa circostanza, può raggiungere i 12 anni di reclusione. "Non ricordo niente, mi dispiace tanto...sono pentito. -ha detto il rom- Quei ragazzi li conoscevo, con Eleonora poi sono andato a scuola alle medie". Questa la difesa di Ahmetovic.
"Il mio assistito è davvero dispiaciuto - ha riferito il difensore, avv. Felice Franchi - ed ha pianto per tutto il tempo dell'udienza". Ahmetovic ha anche ammesso che quella sera era ubriaco: "avevo bevuto parecchi Campari", ha spiegato al gip. Infatti il rom dovrà rispondere anche di guida in stato di ebbrezza e resistenza.
"Quella sera avevo appena saputo che mia figlia, che ha due anni, ha una malattia grave, la leucemia. Non capivo più niente, stavo male, per questo ho bevuto tanto". Questa notizia terribile sullo stato di salute della sua figlioletta avrebbe causato la sbornia di Ahmetovic quel 23 aprile e il seguente impatto a folle velocità il suo furgone. Il rom ha fatto mettere a verbale questa vicenda per spiegare il perchè della sua ubriachezza, quella notte. Il suo difensore Felice Franchi dice che il suo assistito "non ha affatto l'abitudine di bere".
Alla notizia della strage da lui provocata, con la morte dei ragazzi, Ahmetovic è scoppiato in un pianto dirotto. "Ce li avrò sempre davanti agli occhi, li conoscevo tutti...questo rimorso me lo porterò per tutta la vita" ha ripetuto il nomade, apparso particolarmente scosso per la morte di Eleonora, sua ex compagna di scuola.
Nessuna reazione da parte dell'arrestato quando lo hanno informato che qualcuno, ieri sera, ha dato fuoco al campo nomadi di Appignano, per vendetta. "Non mi importa niente, io penso a quei ragazzi, vedo le loro facce, il resto non conta".