Campo Rom in fiamme al termine dei funerali

Campo Rom in fiamme al termine dei funerali

Trasferimento, il sindaco di Appignano accusa il Comune di Ascoli

Quì viveva l'investitore, Marco Ahmetovic, 22anni compiuti oggi.  La morte dei giovanissimi appignanesi ha evidentemente esasperato gli animi in una situazione già esplosiva, perché la comunità Rom era da sempre mal tollerata dalla cittadinanza.
Qualcuno, forse più persone, approfittando del fatto che il presidio dei carabinieri intorno al campo si era allentato in una giornata dedicata all'ultimo saluto ai quattro ragazzi, è passato alle vie di fatto: forse con liquido infiammabile ha arso le baracche in legno (tre quelle completamente distrutte), due auto nuove, lasciate dai nomadi al momento della fuga precipitosa la notte dell'incidente, e le roulotte, oltre al materiale accatastato in più punti dell'area. I VIGILI DEL FUOCO IN AZIONE PER SPEGNERE L'INCENIO DEL CAMPO ROM AD APPIGNANO - IMMAGINI FOTO SPOT
"C'é la crisi idrica. Non sprecate l'acqua", gridava la gente ai vigili del fuoco. Centinaia le persone radunate davanti alle fiamme, come in un rito liberatorio. Eppure, nella sua omelia il vescovo di Ascoli mons. Silvano Montevecchi aveva sottolineato l'importanza del perdono, richiamando però anche al leale rispetto delle regole chi vuole integrarsi in una comunità. Era chiaro il riferimento alla comunità Rom. Nessuno dei nomadi, il 'capo' o l'anziano della comunità, si é fino ad oggi fatto vivo, come qualcuno si aspettava, per chiedere perdono. A parlare sono stati invece 
 i 'ragazzi del muretto', amici, fratelli e sorelle dei quattro giovani morti. Che hanno avuto un pensiero anche per Leonardo, fratello di Eleonora, scampato alla strage - di cui non ricorda nulla - e tuttora in ospedale. Ai quattro amici scomparsi hanno detto: "Lasciate un vuoto enorme, ci mancherà ogni cosa di voi e quel muretto non sarà più lo stesso. Da ora siete i nostri piccoli e preziosi angeli". Il sindaco Maria Nazzarena Agostini, insultata poco dopo la strage, e che oggi ha seguito il rito funebre fuori dalla chiesa, raggomitolata su un gradino, non ci sta ad essere crocifissa. "Finora ho taciuto, per lasciare spazio al dolore. Adesso voglio parlare: una soluzione l'avevo trovata, in un'area di proprietà della Regione nel IMMAGINI FOTO SPOT
nel territorio di Ascoli. Avevamo anche trovato i container, quelli del terremoto.
E' stata l'amministrazione di Ascoli Piceno a mettere i bastoni fra le ruote. I Rom erano i primi a volersene andare". Il Comune di Ascoli è infatti proprietario dell'unica struttura in cemento del campo, che era stata assegnata ai nomadi. Il sindaco di Ascoli, Piero Celani, non ha voluto commentare quanto sta accadendo in queste ore: "Questa storia - ha detto soltanto - mi ha distrutto". Adesso l'incendio è sotto controllo; cosa ne sarà del campo ancora non si sa. Intanto, per i carabinieri ricominciano le indagini, per mettere le mani su chi ha appiccato il fuoco. E domani mattina ci sarà l'udienza di convalida dell'arresto di Ahmetovic. Il pm Carmine Pirozzoli gli contesta l'omicidio colposo, resistenza a pubblico ufficiale e guida in stato di ebbrezza. Il ragazzo è rimasto a sua volta leggermente ferito nell'incidente e per questo è saltato oggi il colloquio con il suo legale.

Il vescovo Silvano Montevecchi ha officiato il rito funebre

Convalidato l'arresto del Rom che ha causato la strage