/Funerali di Appignano, perdono e osservanza della legge
Funerali di Appignano, perdono e osservanza della legge
Le bare portate a spalla dagli amici dal muretto alla chiesa di S. Giovanni Battista
Ha detto il vescovo di Ascoli Piceno Silvano Montevecchi nell'omelia, con la voce rotta dalla commozione, ai funerali dei quattro ragazzi di Appignano del Tronto falciati da un furgone condotto da un Rom ubriaco. Ma il presule ha voluto anche fare una puntualizzazione sulla civile convivenza. «La buona convivenza - ha detto - esige l'osservazione della legge, l'accettazione leale delle leggi del territorio dove si va a vivere, perché ogni negligenza può essere supporto di qualche sofferenza». Un riferimento non casuale dato che al dolore provato dalla piccola comunità appignanese, si è aggiunta da subito la rabbia contro la comunità di nomadi che qui viveva da almeno una decina d'anni, datasi poi alla fuga la notte stessa dell'incidente per evitare ritorsioni. «Appena ho saputo di questa tragedia - ha esordito mons. Montevecchi, nella messa concelebrata con il parroco don Armeno e alla quale hanno assistito almeno 3.000 persone, in parte nella chiesa di San Giovanni Battista, in parte fuori, sul sagrato - il primo pensiero è stato la constatazione della nostra precarietà: siamo come le fronde in autunno sugli alberi».
«In un attimo - ha aggiunto, commosso - è stato spazzato via tutto. Non c'é stato per questi ragazzi neanche il tempo di un saluto, di una carezza». Le giovanissime vittime, Eleonora, Alex, Danilo e Davide, «cercavano al convivialità, ma hanno trovato l'appuntamento con la morte».«Il paese - ha continuato il vescovo - è incredulo, ferito, piegato in se stesso», ed è «solo con la solidarietà di tutti che potrà superare questa terribile prova». Mons. Montevecchi ha quindi rivolto un pensiero ai giovani: «Vi state rendendo conto che un dolore condiviso come questo puo' risultare più leggero e sopportabile. Sappiate che i vostri amici sono all'altra riva, più vicini al Signore, che il dolore non deve impedirvi di vedere. Abbiate amore - l'invito rivolto ai giovani - anche in questa circostanza». Il corteo era partito dall'ospedale di Ascoli - moltissima la gente lungo la strada e agli incroci per salutare il passaggio delle auto con i feretri - ed è arrivato ad Appignano intorno alle 15:20. Le quattro bare sono state portate a spalla dai ragazzi dal muretto dove tutti i giovani del posto sono soliti ritrovarsi e da dove si erano alzati anche i quattro amici prima di salire in sella ai loro scooter la sera dell'incidente. Il senso del gesto era quello di fare un'ultima passeggiata con loro lungo il corso cittadino.