L'intento era gettare discredito sulla nostra categoria
«Quest'ultima, infatti, negli ultimi giorni ha inviato una lettera aperta piena di accuse pesanti ed infondate, bugie e mezze verità, con il solo intento di gettare discredito sulla nostra categoria e di buttare la croce dei problemi della sanità abruzzese solo ed esclusivamente sulla farmacia ed i suoi operatori.
Nella lettera, dopo aver abbozzato un quadro decisamente parziale e sicuramente rivedibile (perché realizzato al solo scopo di screditare la nostra categoria), l’Intersindacale dei medici propone tutta una serie di proposte più o meno realizzabili e vagamente populiste, condite da accuse circostanziali e soluzioni appena abbozzate, più simili a “desideri personalistici” della propria categoria che a soluzioni reali e condivisibili per il bene della collettività.
L’elenco dei “buoni propositi” finisce poi con la “certezza” (chi gliela darà poi?!) che seguendo queste buone regole (che loro dicono ci permetterebbero di rispettare le norme nazionali) si arriverebbe a spendere meno del 16% per la spesa farmaceutica, garantendo lo stesso standard dei servizi ed il trattamento delle patologie all’interno degli ospedali e nel territorio.
Dopo aver finito la “fiera dei buoni propositi” (quelli loro) si passa all’attacco di tutto e tutti, con particolare astio nei nostri confronti e del nostro operato, un’acredine che, giova sottolinearlo, in nostra presenza i colleghi medici non hanno mai manifestato, manco soffrissero della sindrome di “Dr. Jekyll e Mr. Hyde”, o forse sarebbe meglio definirla del “doppiogiochista” che davanti dice una cosa mentre dietro ne fa un’altra, così da non doversi curare delle reazioni di un interlocutore diretto che troverebbe estremamente facile confutare certe strambe teorie.
L’apoteosi si raggiunge poi con l’accusa di aver ricevuto “un vero e proprio regalo” quando, nel 2004, fu abbozzato un accordo con l’allora assessore Dominici che ci avrebbe (usiamo il condizionale non a caso) garantito, in caso di distribuzione “per nome e per conto”, una percentuale del 10% sul costo del farmaco al pubblico. E’ superfluo ricordare che questo accordo non è mai stato operativo perché non è stato deliberato, quindi questa “regalia” (come l’hanno definita) non ci è stata corrisposta e le percentuali citate sono del tutto false, in quanto nell’accordo del 3 giugno 2004 non erano state definite. Non capiamo quindi cosa centri parlarne ora, a diversi anni di distanza, visto che non se ne fece nulla e che, vogliamo sottolinearlo, gli accordi non erano certo questi.
Infine ci vogliono dare una lezione di stile, ricordandoci che, se vogliamo sentirci “parte di un sistema che attualmente deve e vuole concorrere a ottimizzare le risorse per salvaguardare l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza” dobbiamo sottostare alle loro regole, quelle da loro segnate, nemmeno fossero l’organo deputato a legiferare o i portatori unici dei valori della sanità nazionale e regionale. Ma il vero colpo basso arriva alla fine, quando ci dicono di accettare un fisso per ogni pezzo distribuito, altrimenti le nostre “richieste non sarebbero comprese dal cittadino già abbondantemente vessato dagli aumenti dell’Irap, dell’Irpef e del bollo auto”…!?
E cosa ci entriamo noi con questi aumenti?! In pratica ci dicono (ma sarebbe forse il caso di dire ci “minacciano”) che se noi chiediamo dei soldi per fare il nostro lavoro andiamo a “rubare” qualcosa alla collettività, ci pare francamente troppo. Ma da che pulpito viene la predica?! Crediamo che non sia giusto parlare di cose che non si conoscono e non ci risulta di aver mai fatto all’assessore Mazzocca le richieste che i medici ci imputano. Anzi, non ci risulta proprio che i medici fossero presenti alle riunioni, quindi dobbiamo desumere che, o sono stati male informarti o è in atto una campagna diffamatoria nei nostri confronti. In entrambi i casi siamo intenzionati ad andare fino in fondo, perché siamo stufi di essere calugnati a prescindere.
Ai medici vogliamo rispondere che noi il nostro lavoro lo facciamo 24 ore al giorno, 365 giorni all’alba e lo facciamo con abnegazione, sacrifici e rispetto per i nostri pazienti, tanto che le farmacie risultano al primo posto per gradimento del servizio in Italia. Lo facciamo nei grandi comuni come nei piccoli centri disagiati, senza stare a vedere orari, compensi, regalie o vantaggi, non siamo quindi disposti a prendere lezioni di stile da nessuno, men che meno siamo disposti ad essere immolati come agnello sacrificale sull’altare di una sanità che non va…e non per demeriti nostri.
Ora basta, ci vedremo costretti a tutelare la nostra immagine in tutte le sedi, perché siamo stufi di accuse infamanti ed atti di sciacallaggio nei confronti della nostra professione, attacchi mossi non si sa poi per quale motivo, anche se forse qualcuno si sente invidioso della buona reputazione degli altri…
Ci auguriamo che questo “sfogo” non passi inosservato e si cominci a ragionare veramente per il bene comune e della collettività. Comunque, visto che l’Intersindacale ci accusa di volere un prezzo alto per distribuire i farmaci siamo lieti di annunciare che abbiamo fatto all’assessore Mazzocca una proposta per la distribuzione dei farmaci “per nome e per conto di”oltremodo vantaggiosa non per chi scrive, ma per la Regione e la collettività tutta, proprio per venire incontro alla difficile situazione abruzzese, senza privare i cittadini di un diritto inalienabile: quello di trovare i farmaci di cui hanno bisogno nella farmacia più vicina.»