Fondazione Carisap: chi ha interesse a rompere il giocattolo? Voglie politiche neppure tanto nascoste fanno chiedere le dimissioni dell'attuale Cda

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Fondazione Carisap: chi ha interesse a rompere il giocattolo? Voglie politiche neppure tanto nascoste fanno chiedere le dimissioni dell'attuale Cda

Il presidente Mario Tassi invia una nota alla stampa.

Ascoli - La Fondazione Carisap costituisce da molti anni un perno fondamentale del welfare del territorio. Disagio, sanità, cultura, promozione sociale, scuola, sono i cardini nei quali interviene. E' punto centrale del Terzo Settore nel Piceno facendo scuola nelle Marche. Ora "voglie politiche" neppure tanto nascoste stanno utilizzando una quanto mai incomprensibile attività di "denuncia" a posteriori all'interno della struttura della Fondazione.

E come spesso accade le "voglie politiche" non si assumono mai la responsabilità delle conseguenze reali: sfiducia, incertezze della popolazione che non comprende certi movimenti, senso di fragilità dell'Ente che da sempre invece è considerato una "barriera" contro il depauperamento della comunità picena e parte del Fermano.

E' questa, a nostro avviso, una malsana dimostrazione di dispregio dell'etica.

Ma certo non siamo noi i giudici di questa vicenda, spetta ad altri, alla società civile e politica del territorio arginare questa insidiosa azione destabilizzatrice.
I nostri colleghi del Corriere Adriatico hanno fatto bene a divulgare questa notizia: il controllo della stampa è decisivo contro azioni di questo tipo.

Per chiarire meglio questa vicenda il Presidente della Fondazione Carisap Mario Tassi ha inviato alla stampa questa nota:

"In relazione a notizie di stampa, ed in particolare all’articolo “Fondazione Carisap. C’è la resa dei conti” pubblicato dal Corriere Adriatico in data di ieri 22 settembre 2023, si puntualizza quanto segue.

Nel corso del mese di aprile del 2023 il Segretario Generale della Fondazione, dott. Fabrizio Zappasodi, ha ritenuto di trasmettere alla stessa Fondazione una Sua missiva, con la quale ha sollevato interrogativi in ordine alla legittimità di deliberazioni assunte nel corso del mese di aprile 2018 dal Consiglio di Amministrazione al tempo in carica, evidenziandone criticità in ordine ai riflessi organizzativi interni alla Fondazione, riguardanti anche la posizione istituzionale del Segretario Generale.

Il Consiglio di Amministrazionenella sua attuale composizione, diversa rispetto a quella dell’organo in carica nel 2018 – ha tempestivamente avviato, nel merito, un approfondimento in relazione a quanto evidenziato dallo stesso Segretario Generale a circa cinque anni di distanza dalle deliberazioni del 2018.

L’approfondimento, rimesso ad autorevoli professionisti distintamente indicati dal Consiglio di Amministrazione, dal Collegio dei Revisori e dall’Organo di Indirizzo e pronunciatisi con pareri resi nel corso dell’estate, ha consentito di verificare la sussistenza di alcuni disallineamenti tra l’assetto organizzativo della Fondazione, conseguente alle predette deliberazioni consiliari del 2018, e le fonti di disciplina interne.
Due dei tre pareri legali raccolti, considerata anche la circostanza che l’assetto organizzativo in essere perdura dal 2018 senza che alcuno ne abbia messo in discussione la concreta adeguatezza, hanno suggerito di valutare l’introduzione di modifiche delle fonti di disciplina interne della Fondazione, tali da permettere un pieno allineamento tra le stesse e l’organizzazione. Un terzo parere ha suggerito di valutare un ritorno alla situazione quo ante in mancanza di allineamento delle fonti normative interne.

Il Consiglio di Amministrazione, anche sulla scorta di detti pareri, a inizio settembre ha proposto all’Organo di Indirizzo di dare corso alla valutazione delle modifiche necessarie per un pieno allineamento che consenta di superare ogni criticità dando nel contempo continuità all’assetto organizzativo della Fondazione consolidatosi negli anni, i cui positivi frutti per l’attività dell’Ente ed il territorio sono noti (e che è stato descritto di anno in anno negli stessi bilanci della Fondazione approvati dall’Organo di Indirizzo). L’Organo di Indirizzo, in data 11 settembre, ha tuttavia negato la propria disponibilità a percorrere tale direzione: di conseguenza il Consiglio di Amministrazione, pur auspicando una rimeditazione condivisa sul tema, ha preso atto della volontà dell’Organo di Indirizzo, avviando quanto necessario per dare corso ad una nuova revisione dell’assetto organizzativo interno della Fondazione, atta a rimuovere ogni profilo di criticità.

In questo quadro si è dovuto prendere atto, per quanto la stessa appaia sorprendente nella sua motivazione, della richiesta pervenuta da un ampio numero di componenti dell’Organo di Indirizzo volta alla convocazione di una seduta dello stesso organo con all’ordine del giorno la revoca per giusta causa dell’attuale Consiglio di Amministrazione: ritenendosi tuttavia, sulla base dei fatti, che la stessa possa essere il frutto di una oggettiva incomprensione. Non si comprende, infatti, come possa essere addebitata all’attuale Consiglio di Amministrazione l’adozione di delibere organizzative risalenti ad un periodo precedente alla sua nomina, laddove, al contrario, il Consiglio ha doverosamente dato corso, in coerenza con quanto indicato anche dai pareri legali raccolti, a quanto di sua competenza, anche in esecuzione delle delibere dell’Organo di indirizzo.

E’ egualmente il caso di precisare che appartiene alla competenza esclusiva del Consiglio di Amministrazione la valutazione della condotta istituzionale tenuta dal Segretario generale, la cui ipotetica rilevanza disciplinare potrà essere valutata soltanto quando, nel rispetto dei diritti attribuiti dalla legge ad ogni dipendente, lo stesso Segretario potrà motivare per quale motivo per quasi cinque anni egli non ha fato valere le iniziativa assunte solo di recente, avallando nei fati un assetto organizzativo di cui solo oggi rileva le affermate irregolarità.

Il Consiglio di amministrazione di Carisap si è dunque mosso in assoluta conformità al principio di leale collaborazione tra gli organi della Fondazione che presidia, e non si può che auspicare che tale principio sia condiviso e praticato da tutti gli organi, avendo come unico scopo quello di assicurare il perseguimento dell’interesse dell’Ente".