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Filiere agroenergetiche, il piceno preso a modello
E Rossi porpone un'energia a generazione diffusa
Vi hanno preso parte, tra gli altri, i sottosegretari dello stesso Ministero Guido Tampieri e Stefano Boco, il Vicepresidente dell’Upi, e Presidente della Provincia di Ascoli Piceno, Massimo Rossi, il Direttore generale di Legambiente Francesco Ferrante, l’Assessore all’agricoltura della Provincia di Ascoli Avelio Marini.
Di fronte alla questione climatica che “non è più una minaccia per il futuro ma ormai una dura realtà”, secondo l’espressione del Direttore di Legambiente, il tema della produzione di energie e calore da biomasse è stato affrontato sia come contributo che l’agricoltura italiana può dare allo sviluppo delle energie rinnovabili (con la diminuzione delle emissioni inquinanti ed il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto), sia come tutela anche economica dell’agricoltore in un quadro di sostenibilità ambientale dell’impresa stessa.
Nel suo intervento il Presidente Rossi, come responsabile nazionale dell’UPI per l’Ambiente, ha messo in relazione i temi ambientali con le nuove opportunità derivanti da un’agricoltura “multifunzionale” e con la responsabilità degli amministratori locali di ricercare un giusto equilibrio tra sistemi locali e “reti di scambio internazionali”. “Nelle filiere corte del sistema locale c’è un ruolo insostituibile per le Province italiane perché la Provincia è il luogo politico dove si progetta in maniera condivisa lo sviluppo locale con una progettazione integrata ed il coordinamento degli attori istituzionali sull’area vasta”.
Dalle intenzioni alle buone prassi: la Provincia di Ascoli Piceno è stata invitata a “raccontare” il suo protocollo provinciale per filiere agroenergetiche ecocompatibili ed ecosostenibili sottoscritto a livello provinciale lo scorso 21 dicembre. E così, oltre al contributo alla riflessione portato dalle associazioni nazionali dell’agricoltura, l’ISMEA ed altri Enti e consorzi operanti nel settore, c’è stata l’opportunità di procedere ad una verifica sul campo del lavoro svolto in appena tre mesi dalla firma del protocollo.
Una vetrifica positiva, se il presidente Rossi ha potuto annunciare al convegno romano che “anche grazie all’ottimo lavoro che sta conducendo l’assessore Marini, ci sono le condizioni per mettere a rete in Provincia interventi nel settore agroenergetico per le rinnovabili per ben 65 MGW con impianti diffusi e con nuova occupazione per oltre 54 persone, oltre al pieno impiego degli operatori già impegnati. L’attività del nostro protocollo prosegue con lo sportello “Energia rurale” affidato a “Piceno Sviluppo” con la consulenza del dr. Guglielmo Donadello di Legambiente”.
La proposta di energia a “generazione diffusa” e rispettosa delle caratteristiche agronomiche dei territori e delle aziende ha suscitato il grande interesse del sottosegretario Tampieri che, nelle sue conclusioni, non ha esitato a riconoscere che “con il cambiamento climatico è insidiata la qualità della nostra vita: c’è un ritardo mondiale da recuperare ma c’è anche una sfida da raccogliere. Al successo può contribuire in modo decisivo l’agricoltura italiana “polifonica e dei 1000 fiori”. Il modello di filiera della Provincia di Ascoli Piceno interviene proprio per rispettare e promuovere questa diversificazione”.
Da qui, come ribadito nel convegno, “la scelta di promuovere esclusivamente le filiere virtuose, corte e rispettose delle vocazioni anche paesaggistiche dei territori.” E la Provincia di Ascoli Piceno è chiamata a svolgere un ruolo di testimone a livello nazionale di una nuova organizzazione delle agroenergie nel rispetto dei territori, a saldo energetico positivo, introducendo forme innovative in agricoltura convinti di rendere un servizio all’etica dell’energia come bene comune ed allo sviluppo sostenibile, anche sociale ed economico, dei territori.