Carceri, il rapporto biennale di Antigone

Carceri, il rapporto biennale di Antigone

Viviamo un momento caratterizzato da un’attenzione maggiore a questo problema

L'associazione è nata negli anni ’80 sulla scia dell’omonima rivista, che opera per i diritti e le garanzie nel sistema penale e a cui aderiscono studiosi, magistrati, operatori penitenziari, parlamentari, insegnanti, cittadini che si interessano di giustizia penale.

“I dati a disposizione – ha detto Amagliani, assessore regionale – dimostrano che attualmente le Marche si trovano in una situazione non particolarmente difficile, eccetto per Ancona dove esiste un minimo di sovraffollamento”.
“Su base nazionale – ha illustrato Gonnella, presidente di Antigone – da un’eccedenza di 18 mila persone rispetto ai posti letto disponibili nei penitenziari prima dell’indulto, si è passati ai circa 40 mila detenuti attuali (20 mila in meno rispetto ai 60 mila precedenti). Fermo restando che l’indulto è un provvedimento straordinario, ciò significa che se non si attiveranno presto azioni concrete, nel giro di poco tempo si ritornerà a una situazione di sovraffollamento”.
“Quanto alla realtà delle carceri italiane, tutte visitate e presenti nel rapporto – ha continuato Gonnella – è emersa una situazione a macchia di leopardo. Così anche nelle Marche, dove non esiste un cosiddetto ‘modello di detenzione marchigiano’. Stiamo però vivendo un momento storico caratterizzato da un’attenzione maggiore verso la situazione e i problemi carcerari. Questa potrebbe essere l’occasione per chiamare in causa le Regioni, che hanno competenze non più sussidiarie, ad impegnarsi di più in tal senso, attraverso la predisposizione di leggi quadro”. 
“Questo - ha ribadito l’assessore Amagliani – è proprio l’impegno della Regione Marche. Si è costituito ed insediato nel febbraio scorso un tavolo di lavoro tra Regione, Ministero della Giustizia, Province, Ambiti Territoriali sociali, Ministero dell’Istruzione, Cooperazione sociale e volontariato, finalizzato alla stesura di una proposta di legge regionale sul sistema regionale integrato dei servizi per l’esecuzione penale che sarà presentata entro il prossimo mese di aprile. La pdl sancirà i principi e definirà i livelli di governo del sistema con le relative responsabilità e tratterà delle caratteristiche del sistema integrato, dei ruoli istituzionali e del terzo settore, degli organismi di coordinamento, della tutela dei diritti (alla salute, all’istruzione, alla formazione e al lavoro, difensore civico), delle attività trattamentali, delle politiche d’inclusione sociale, dell’esecuzione penale esterna, della giustizia riparativa e la mediazione penale, della giustizia minorile”.
“Negli anni – ha proseguito Amagliani - la Regione Marche ha destinato un’attenzione crescente ai problemi di questa parte della società. Sono stati stipulati protocolli d’intesa con l’Asur per la tutela della salute dei detenuti tossicodipendenti e alcoldipendenti e con il Ministero della Giustizia per il recupero dei detenuti e il loro reinserimento sociale. Inoltre, è stato istituito il Garante per l’infanzia e l’adolescenza e l’Ufficio per la mediazione penale minorile, è stato incentivato il contributo economico ai Comuni che sostengono le spese per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati”.
Negli ultimi sette anni, attraverso il Servizio Politiche sociali, la Regione ha destinato una quota sempre maggiore di risorse economiche agli Ambiti territoriali sociali dove sono ubicati gli istituti penitenziari passando da oltre 21mila euro del 2000 ai 170 mila euro del 2006, proponendo per il 2007, come ha affermato Amagliani, la cifra di 200 mila euro.
Infine, tra i progetti finanziati e realizzati di recente, si ricordano, ad Ancona, l’attivazione e il potenziamento di una casa alloggio per familiari in visita di detenuti, la realizzazione di un laboratorio teatrale e la creazione del Comitato carcere-territorio; ad Ascoli Piceno e a Camerino, l’istituzione di una figura di mediatore linguistico e culturale per detenuti stranieri; a Fermo, l’attivazione di un programma di reinserimento sociale e lavorativo del detenuto ed ex detenuto, anche attraverso un apposito sportello informativo; a Fossombrone, la sperimentazione di un protocollo di lavoro motorio, in collaborazione con l’Università di Urbino; a Pesaro, la sperimentazione di un laboratorio teatrale, l’attivazione di uno sportello informativo per detenuti stranieri e il supporto a uno “storico” centro di accoglienza per detenuti ammessi a misure alternative ed ex detenuti, “Casa Paci”, punta di diamante, come la definisce l’assessore Amagliani, del lavoro sociale in ambito penitenziario.