Spacca: "La nostra regione dimostra di saper vincere"
E conferma la sua straordinaria capacità di affrontare con successo le nuove sfide dei mercati internazionali, puntando su innovazione e internazionalizzazione del made in Italy”: è il commento del Presidente Gian Mario Spacca rispetto ai dati delle esportazioni delle regioni italiane diffuse dall’Istat.
Nel corso del 2006 l’export delle Marche è cresciuto di +21%, contro il 9% della media nazionale.
“I dati dell’Istat - sottolinea Spacca - inducono fiducia e certificano la qualità della strategia di apertura internazionale del sistema-Marche.
Rafforziamo la leadership regionale in Italia. La crescita del nostro export (+21%) risulta più che doppia rispetto al dato nazionale (+9%).
Le Marche confermano questa crescita doppia anche rispetto alle regioni di più antica e forte capacità di sviluppo, del Nord-Ovest e del Nord-Est, come il Piemonte (+8,4%), la Lombardia (+9,0%), il Veneto (7,8%), l’Emilia-Romagna (+10,5%), la Toscana (+12%).
Tali indicazioni sono ancora più significative perché si riferiscono non a periodi parziali, bensì all’intero anno 2006.”
Spacca evidenza che “sono i settori tradizionali del made in Italy a trainare la performance delle Marche”. Secondo l’Istat, infatti, il consistente aumento dell’export marchigiano si realizza in particolare nel comparto metalmeccanico, nel cuoio e nei prodotti tessili e abbigliamento, nel settore dei prodotti chimici.
“Si conferma così - conclude Spacca - la validità di una strategia di difesa attiva e innovazione del core-business dell’economia regionale. Nuove filiere e reti lunghe su scala internazionale; innovazione organizzativa, commerciale e produttiva; strategie competitive di qualità; nuove aggregazioni e reti di collaborazione per le piccole imprese; consolidamento finanziario: queste sono alcune delle principali sfide competitive che la Regione sta accompagnando, e che i distretti ed i sistemi locali di piccole imprese delle Marche stanno dimostrando di saper vincere. A dispetto di tante previsioni e analisi pessimistiche, ripetutamente smentite, come in questo caso, dai dati concreti della realtà.”