“Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio ci visiterà un sole che sorge dall’alto.”
Con queste parole, tratte dal cantico di Zaccaria, il Vescovo affida alla Chiesa diocesana il suo Messaggio di Natale, una parola che illumina il tempo presente e apre lo sguardo alla speranza.
Il Natale ci raggiunge spesso in un tempo complesso, segnato da fatiche personali, solitudini silenziose e da un mondo che appare chiuso, incapace di immaginare un futuro diverso. È proprio qui che il Vescovo ci invita a riconoscere l’agire di Dio: non come un’evasione dalla realtà, ma come una presenza che entra nella storia, anche quando sembra bloccata dall’incredulità e dalla rassegnazione.
Nel suo Messaggio, il Vescovo richiama la figura di Zaccaria, rimasto muto davanti all’impossibilità umana di ciò che Dio prometteva. Ma quando Dio compie la sua opera, il silenzio si spezza e diventa benedizione.
È un’immagine che parla anche a noi: quando ci sentiamo “muti”, incapaci di sperare o di credere, Dio continua a lavorare, con pazienza e tenerezza, nella trama ordinaria delle nostre vite.
Il “sole che sorge dall’alto” non è una luce costruita dall’uomo, né il risultato di un semplice ottimismo. È dono del Cielo, una luce vera che non dipende solo dalla buona volontà o dal corso naturale delle cose.
Per questo il Natale diventa annuncio: la storia può cambiare perché Dio stesso entra in essa.
Il Messaggio del Vescovo si fa anche preghiera e invocazione:
che il Signore capovolga ancora il corso della storia,
che visiti le ferite dell’odio e dell’angoscia,
che renda ciascuno di noi annunciatore di pace, profeta di speranza, testimone di gioia.
Un invito che diventa responsabilità concreta: portare luce attraverso gesti quotidiani di ascolto, tenerezza, vicinanza e convivialità. È così che il “sole dall’alto” continua a sorgere anche oggi, nell’esistenza buia di tante persone.
Il Messaggio si conclude con un ringraziamento sincero a tutti coloro che, spesso nel silenzio, diffondono raggi di luce e speranza nella vita degli altri. E con un augurio speciale rivolto a chi si sente solo o esiliato:
che il Natale sia davvero visita di Dio, luce che scalda, pace che rimette in cammino.
Buon Natale, dal profondo del cuore.