Informazione e potere, la lezione di Marco Travaglio

Informazione e potere, la lezione di Marco Travaglio

Ogni giorno oscurate notizie che non dobbiamo sapere

Quella vera. L'evento è stato organizzato dalle associazioni Microchip e Antimafia. Sono intervenuti il giornalista e scrittore Marco Travaglio, l'ex direttore di Rainews24 Roberto Morrione e Antonio Conte della redazione di Aidem, una rivista che tratta temi di comunicazione (direttore Giulietto Chiesa). In platea, oltre al sindaco di Porto San Giorgio, l'assessore provinciale Licia Canigola e il presidente Massimo Rossi. LA RIVISTA DIRETTA DA GIULIETTO CHIESAUna serata per riflettere sugli abusi che ci vengono perpetrati da parte dei sedicenti giornalisti (o comunque da operatori della comunicazione). Notizie dette, non dette, dette male, travisate, rovesciate: questi i temi del dibattito. Ha cominciato Antonio Conte, ricordando le ultime trasmissioni tv in grado di far riflettere e indignare gli spettatori: Riccardo Iacona di Rai3 con il suo Viva l'Italia e Milena Gabanelli, stessa rete, con Report. Eppure, si rammarica Conte, non c'è stata nessuna reazione da parte di nessun politico, nonostante è dimostrato (ad esempio nel caso dell'erogazione dell'energia nelle nostre case), che non c'è alcun controllo sulla taratura degli strumenti. "Ci rubano in casa e nessuno ha detto niente". Ha detto il giornalista.  Conte ha fatto moltissimi esempi e ha parlato in modo molto sincero, ricordando anche il problema del nostro ambiente e di come l'inquinamento del pianeta sia un problema continuamente posticipato nelle agende dei programmi televisivi e nelle colonne dei giornali. Roberto Morrione ha raccontato la sua esperienza giornalistica in tre distinti episodi, avvenuti nel 1990, nel 2000 e nel 2005. Il primo è capitato quando era caporedattore del tg1 (direttore Nuccio Fava). Decise di trasmettere un servizio sulla p2, in virtù di una dichiarazione del numero due della loggia massonica, Ortolani, che anticipava la morte di un politico svedese. Il servizio, partorito dopo una lunga inchiesta, suscitò le critiche dell'allora presidente della Repubblica Cossiga, e nonostante il reportage meraviglioso del giornalista Ennio Remondino, da lì a poco Nuccio Fava fu sostituito con Bruno Vespa. Nel 2000, quando era direttore di Rainews24 decise di mandare in onda l'ultima intervista di Paolo Borsellino, rilasciata a due giornalisti francesi tre giorni prima che il suo collega Falcone saltò in aria a Capaci. Nell'intervista, disponibile sulle Rete, Borsellino rivelava gli intrecci tra i mafiosi e alcuni imprenditori del nord, tra cui Silvio Berlusconi. Quell'intervista, a dir poco scottante per i retroscena inediti, fu rifiutata dai principali notiziari nazionali. I rispettivi direttori delle testate giornalistiche si rifiutarono di mandarla in onda. Ultimo, ma per questo non meno importante scoop, fu quello dello scandalo del fosforo bianco, arma micidiale impiegata a Fallujia. Anche in questo caso nessun giornale o tv italiana trattò la notizia, che fu invece ripresa da tutti gli organi di stampa del mondo.  Troppo compromettente? Chi dunque si intromette tra la notizia e la sua messa in onda o pubblicazione? I poteri forti, la politica, l'economia, le grandi aziende, le multinazionali, le lobbies. Sono tutti organismi in grado di manipolare le informazioni e addomesticarle, con il benestare, ovviamente di chi materialmente si interessa di comunicazione. Gran finale di Marco Travaglio. Con il solito sarcasmo, il giornalista piemontese, montanelliano doc, ha citato alcuni brani del suo ultimo libro "La scomparsa dei fatti". Un ritratto della comunicazione nostrana, un viaggio nella goffaggine e nelle magagne dei politici. Una riflessione, a volte divertente, sulla schiena piegata verso il potere di Bruno Vespa, che fa scegliere gli interlocutori ai suoi ospiti, non cita mai le sentenze della Cassazione, ma ne avvia una disputa tra i presenti. Ancora, Andreotti che diventa assolto nel processo per mafia. Un ritratto dissacrante, raccontato con il piglio dell'archivista. Sono stati raccontati fatti. Chi non c'era ha perso una buona occasione per ascoltare voci autentiche e purtroppo fuori dal coro.

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