In questa situazione impossibile esercitare il diritto di cronaca
Il direttore della storica testata, Giancarlo Mazzuca, ha scritto allora al Coni, al ministro Melandri, al commissario Figc Luca Pancalli e al presidente della lega calcio Matarrese sollecitando un loro intervento. Intervento richiesto per poter svolgere il proprio lavoro al Del Duca, come tutti i giornalisti. Il quotidiano -spiega Mazzuca- si è visto negare l'accesso all'impianto sportivo "per una discutibile e ingiusta decisione" dell' Ascoli. La società bianconera ha prima "revocato l' accredito a due nostri cronisti, ha proseguito con il silenzio stampa nei confronti del giornale" per poi revocare, alla vigilia di Ascoli-Udinese del 18 febbraio scorso, gli accrediti e vietare l'ingresso alla stadio "a tutti i giornalisti e fotografi de 'Il Resto del Carlino' e del gruppo Poligrafici Editoriale".
Il provvedimento, secondo quanto scrive Mazzuca, è "lesivo della libertà di stampa". Come se non bastasse i giornalisti del Carlino non possono neanche acquistare i biglietti come normali spettatori visto che lo stadio non è ancora agibile. Come dire, oltre al danno, la beffa. Ma non è questo il punto. La società sportiva deve permettere ai cronisti di svolgere il proprio lavoro. Si chiama democrazia. Non ha il diritto di scegliere i cronisti e scartare quelli che scrivono articoli non condivisi, quindi giudicarli sgraditi. Se i cronisti hanno sbagliato, scrivendo volutamente il falso, la società può, anzi deve tutelarsi con lo strumento della querela garantito dalla legge. Può chiedere la rettifica al giornale, nel caso di una informazione non corretta. Mai, come invece è successo, mettera alla gogna i giornalisti e revocando loro l'accesso allo stadio.
Una situazione del genere avrebbe potuto verificarsi a Cuba, in Corea, in Libia, in Algeria, in Angola, in Bangladesh, ad Haiti, in Nepal, in Cina, in Uzbekistan. Insomma in tutti quei posti dove non c'è la libertà di stampa. Non qui da noi. E invece l'ufficio stampa dell'Ascoli nei giorni seguenti e dopo articoli velenosi da parte della testata, è arrivato addirittura a difendere la propria onestà e la propria correttezza con improbabili quanto poco chiari comunicati stampa pubblicati sul sito della società.
Auspichiamo vivamente che gli organismi interessati prendano in considerazione la lettera del direttore del Carlino e che al più presto Fiaccarini, gli altri cronisti e fotografi possano tornare allo stadio. Che tristezza!