D'Intino, il presunto omicida di 29 anni, è stato arrestato dalla polizia
L'uomo è andato ad aprire ed è stato raggiunto da più colpi di arma da fuoco al torace e al collo, restando ucciso. Qualcuno ha dato l'allarme al 113 e meno di un'ora dopo agenti
del commissariato di San Benedetto del Tronto e della questura di Ascoli Piceno hanno rintracciato a Centobuchi di Monteprandone il presunto assassino, che non ha opposto resistenza all'arresto. Sembra che l'omicidio sia legato a liti familiari. D'Intino, intorno alle 22.00 di ieri, sarebbe arrivato davanti alla casa dello zio su un fuoristrada bianco, a bordo del quale vi sarebbe stata anche un'altra persona. Sarebbe sceso dal veicolo e avrebbe suonato al portone di casa del congiunto, in via Chienti. Cipollone. di 47 anni, si sarebbe affacciato dal balcone; a quel punto, dalla strada sotto casa sarebbe partito un primo colpo di fucile - così, almeno, hanno riferito i vicini. Cipollone si sarebbe ritratto, mentre dalla via sarebbero contemporaneamente partiti altri colpi.
Dopo avere sparato - con un fucile, ora sequestrato, appartenente al padre, che lo deteneva regolarmente - D'Intino sarebbe risalito sul fuoristrada per subito allontanarsi. Nemmeno un' ora dopo, tuttavia, l' uomo è stato rintracciato davanti al bar di Centobuchi di Monteprandone, la località dove risiede, facendosi prendere dai poliziotti senza opporre resistenza e ammettendo le sue responsabilità. D'Intino - che di mestiere fa il ferraiuolo - è assistito dal legale ascolano Alessandro Angelozzi; il presunto omicida si é riservato di rispondere agli inquirenti nell' interrogatorio
già fissato per domani; il pm Carmine Pirozzoli, dal canto suo, affiderà sempre domattina l' incarico per l' autopsia sulla salma di Cipollone. La vittima aveva un chiosco di fiori davanti al cimitero di
Monteprandone, che gestiva con la madre. Da tempo - secondo quanto riferito dai vicini - fra i protagonisti della vicenda erano insorti dissapori di carattere familiare. Ha provato prima il fucile in garage per vedere se sparava bene, poi è andato a uccidere il parente e, una volta portato a
termine il suo proposito, si è recato al bar per bere qualcosa aspettando la polizia. In questo modo Fabrizio D'Intino, 29 anni di Centobuchi di Monteprandone (Ascoli Piceno), ha assassinato
ieri notte lo zio, Adamo Cipolloni, 47/enne, di San Benedetto del Tronto. Secondo la ricostruzione effettuata dal dirigente del Commissariato di San Benedetto, Marco Fischetto, nel corso di una conferenza stampa tenuta oggi pomeriggio, il ventinovenne, contrariamente a quanto era sembrato in un primo momento, avrebbe agito da solo. All'origine dell'omicidio ci sarebbero delle liti familiari. D'Intino è entrato in azione prima delle 22 di ieri. Ha preso il fucile 'Breda' calibro 12, regolarmente detenuto dal padre, e lo ha provato sparando un colpo nel garage della sua abitazione, per controllare che l'arma funzionasse. Poi è salito sul suo fuoristrada Toyota recandosi in via
Chienti, a San Benedetto del Tronto, sotto casa del fratello della madre. L'uomo, chiamato al citofono, è uscito sul balcone. Forse i due si sono scambiati degli insulti, ma a un tratto il nipote ha imbracciato il fucile e ha esploso tre colpi, uno dei quali ha raggiunto il quarantasettenne al torace
e alla testa, uccidendolo sul colpo. Il giovane è quindi ripartito, fermandosi a bere qualcosa in
un bar di Centobuchi, lungo la Salaria. Dei testimoni l'avrebbero sentito affermare di volersi fare una bella bevuta, perché tra un po' sarebbe finito in carcere. Gli uomini della polizia di San Benedetto e della Questura di Ascoli Piceno lo hanno raggiunto all'interno del locale, dopo essere stati chiamati dai vicini di Cipolloni che avevano sentito gli spari. D'Intino non ha negato, e, anzi, ha chiesto conferma agli agenti se lo zio fosse morto. Per lui sono subito scattate le manette con l'accusa di omicidio volontario premeditato. Il giovane è stato rinchiuso nel carcere di Marino del Tronto (Ascoli Piceno). Il cadavere di Cipolloni si trova invece nell'obitorio dell'ospedale di San Benedetto, dove domani verrà effettuata l'autopsia. Il quarantasettenne gestiva un chiosco di fiori
davanti al cimitero di Monteprandone. Sia la vittima che l'assassino hanno dei precedenti per
diversi reati. Il movente del gesto sarebbe però da ricercare in una serie di contrasti familiari.
Le indagini sono condotte dal sostituto procuratore Ettore Picardi. Il ventinovenne è assistito dall'avvocato Alessandro Angellozzi, ma il magistrato, secondo fonti della polizia, ha disposto il divieto di conferire col legale per cinque giorni.