Foibe, la proiezione di un film per ricordare

Foibe, la proiezione di un film per ricordare

In migliaia gettati nelle fosse al confine tra Italia e Slovenia

di ogni estrazione: civili, militari, carabinieri, finanzieri, agenti di polizia e di custodia carceraria, fascisti e antifascisti, membri del Comitato di liberazione nazionale (contro questi ultimi ci fu una caccia mirata, perchè in quel momento rappresentavano gli oppositori più temuti delle mire annessionistiche di Tito), ma anche tedeschi  e sloveni anticomunisti, la cui colpa era quella di opporsi all’espansionismo territoriale del comunismo, propugnato dal maresciallo Josip Broz, detto Tito.
Si calcola che nelle foibe (corruzione dialettale dal latino “fovea “che significa fossa), voragini rocciose a forma di imbuto rovesciato create dall’erosione dei corsi d’acqua nell’altopiano del Carso, tra Trieste e la penisola istriana, che possono raggiungere i 200 metri di profondità, furono gettati centinaia di cittadini italiani, bollati come “nemici del popolo”. Il numero delle vittime non è quantificabile con precisione. Comunque si calcola che siano un migliaio, tra infoibati, caduti nelle zone costiere e dispersi in mare.
Sabato, 10 febbraio, alle ore 9.00, presso la  sala della Ragione del palazzo dei Capitani del Popolo, ''La Giornata Nazionale del Ricordo” sarà celebrata con la proiezione di un documentario “Esodo, la memoria negata” presentato da Orazio Zanetti Monterubbianesi (presidente del comitato di Fermo dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia) e con un intervento di Maria Antonietta Marocchi, figlia di un esule ascolano, sul tema “Una storia ascolana: il martirio di Domenico Grossetti”.
Come hanno sottolineato il vice sindaco Andrea Maria Antonini e l’assessore alla Pubblica Istruzione, Gianni Silvestri, nell’invitare la  cittadinanza ad  intervenire, “La “Giornata del Ricordo” rinnova nella nostra coscienza collettiva la memoria di una delle grandi tragedie della seconda guerra mondiale. Il dramma delle foibe con il suo doloroso retaggio di orrore e di lutti è parte integrante della storia della nazione. Gli italiani nelle terre d'Istria, del Quarnaro e di Dalmazia, furono colpiti da una violenza cieca ed esecranda. Dobbiamo continuare a trasmettere alle nuove generazioni il monito di queste vicende per rendere piu' salda la democrazia nel suo cammino di crescita verso un futuro di pace e di piena integrazione fra le nazioni e fra i cittadini del mondo”.