28 le specie sottomarine presenti nel tratto di mare analizzato
ricco di colori e creature. Inoltre, il Parco Marino offrirà la possibilità di creare centri di educazione ambientale in prossimità della costa, corsi di formazione per giovani nel settore del turismo e della salvaguardia dell’ambiente e la pianificazione di interventi per valorizzare e fruire delle risorse naturalistiche, storiche e culturali attraverso la creazione di appositi itinerari.
Si sono infatti recentemente conclusi gli studi condotti da Asteria, Istituto per lo Sviluppo Tecnologico e la Ricerca Applicata con il contributo della Fondazione Carisap di Ascoli Piceno e in collaborazione con la Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto, il I° Nucleo Sommozzatori, il veterinario Michelangelo Tardioli ed alcuni operatori del settore. L’attività ha previsto la verifica e lo studio delle specie presenti in un’area significativa compresa tra i Comuni di San Benedetto del Tronto, Grottammare e Pedaso, al fine di verificare l’adattamento delle specie ittiche, dei crostacei e dei molluschi, situati lungo le barriere durante le diverse fasi stagionali, a partire dai primi anelli dalla catena alimentare (fitoplancton e zooplancton). Sono complessivamente vent’otto le specie sottomarine presenti nel tratto di mare analizzato: cinque tipologie di crostacei (gamberetto maggiore, favello, granseola, mazzancolla o gamberone e canocchia), due di molluschi (seppia mediterranea e polpo), ventuno tipologie di pesci (razza, anguilla, grongo, aguglia, sciarrano, spigola o branzino, leccia, suro o sugarello, triglia, orata, boga, sarago sparagliene, mormora, occhiata, salpa, tracina o ragno, sgombro, cefalo comune o muggine, cefalo dorato, gallinella o cappone, sogliola). Le barriere frangiflutti, erette per contrastare i fenomeni erosivi degli arenili e capaci di influenzare direttamente l'idrodinamismo lungo le spiagge, contribuiscono alla limitazione della dispersione dei nutrienti essenziali per l’alimentazione delle specie ittiche e rappresentano quindi un’importante sito per il loro ripopolamento.
Lo studio, tuttavia, rappresenta una parte di un progetto più ampio finalizzato ad uno sviluppo integrato del nostro territorio. Le ricerche, infatti, potranno contribuire al rilancio dell’attrattività turistica locale, in forme sostenibili capaci di abbracciare e sedurre un ampio e diversificato numero di visitatori interessati a scoprire le meraviglie che il Piceno offre. Una forma di evoluzione capace di creare prospettive future importanti, riversate attraverso attività di formazione ed informazione, volte alla conservazione delle risorse biologico marine e creando nuovi sistemi di approccio ad una pesca responsabile anche in risposta alle difficoltà che il settore sta attraversando.
L’esito degli studi di Asteria dunque rappresenta un punto di partenza ottimale in funzione dell’istituzione del Parco Marino del Piceno e ne rappresenta anche una leva promozionale di assoluta efficacia per diffondere un’immagine premiante del nostro territorio anche in chiave turistica e quindi economica.
La sinergia tra Asteria e Fondazione Carisap si rivela dunque, anche in questa iniziativa, come connubio perfetto di mission e competenze, a conferma della forte dedizione al territorio da parte della Fondazione Carisap e della solidità dell’Istituto Asteria, presenza ormai matura e consolidata al servizio di imprese e territorio.