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Vitawell, fallimento certo con la dichiarazione d'insolvenza
Il liquidatore giudiziale denuncia pressioni in una memoria
di continue pressioni esercitate verso i liquidatori giudiziali stessi dal socio di minoranza Fineco/Development Capital.Per Vitawell, quindi, non c'è più un'ulteriore richiesta di concordato preventivo. Si può ipotizzare che la camera di consiglio per la dichiarazione di fallimento del gruppo del benessere che fatturava 110 milioni di euro, creato in 20 anni di lavoro da Mauro Scaramucci, verrà fissata entro la settimana.
Svaniti nel nulla circa mille posti di lavoro. Ora cosa accade? Per Mauro Scaramucci è probabile un'altra imputazione per bancarotta fraudolenta. Tuttavia, se verrà dimostrato dagli inquirenti quanto lo stesso Scaramucci ha denunciato ai magistrati sulle responsabilità per presunta truffa e estorsione subita dal socio di minoranza Fineco/Development Capital e da altre persone (6 gli attuali indagati) per l'acquisizione della Jean Klebert Spa di Ferrara, allora ci sarebbe rischio concreto per costoro di diventare essi stessi imputati di bancarotta fraudolenta in concorso. Insomma il fallimento di Vitawell Spa, fortemente voluto da Fineco/Development Capital 1 sca, diventerebbe un boomerang per gli stessi consiglieri di amministrazione nominati dal fondo privato d'investimento lussemburghese in Vitawell Spa.
Non è un bel giorno per Mauro Scaramucci che vede finire in briciole la sua creatura. «Avevo trovato un'ultima chance di salvezza dal fallimento – dice Mauro Scaramucci – Alcune persone erano disposte a mettere sul tavolo del tribunale 1 milione e 600 mila euro per soddisfare i creditori di Vitawell Spa con una percentuale congrua, ma tutto è stato vano a causa di un'attività ostile di Fineco/Development Capital 1sca in generale e nei confronti dei liquidatori giudiziali, professionisti nominati dal tribunale. Era sfumata anche la precedente possibilità costituita dall'interesse mostrato dalla Banca Popolare di Ancona per favorire il concordato di Vitawell Spa con l'acquisto dei diritti di lite – continua Scaramucci - è stata uccisa da una lettera dai toni inquietanti inviata da Development Capital ai liquidatori giudiziali, al collegio sindacale e alla direzione generale della Banca Popolare di Ancona.
Il socio di minoranza lussemburghese ha voluto il fallimento fin dalla bocciatura del piano di salvataggio stragiudiziale coordinato dal professor Tommaso Di Tanno. Ora sarà la procura della Repubblica a spiegarne i motivi».
E nei prossimi giorni è possibile che inizino gli interrogatori degli indagati. I legali di Scaramucci, poi, non stanno con le mani in mano. L'avvocato Francesco Voltattorni ha annunciato un'azione determinata in indagini difensive a tutto campo.