'Il Ruolo del Microcredito per lo sviluppo del territorio', il convegno organizzato dalla Fondazione Ottavio Sgariglia Dalmonte

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'Il Ruolo del Microcredito per lo sviluppo del territorio', il convegno organizzato dalla Fondazione Ottavio Sgariglia Dalmonte

Longino Carducci: 'Se un economista guarda la società unicamente attraverso gli occhi del PIL, per esempio, basta poco per non accorgersi di tante cose che aspettano e nessuno le vede. Occorre cambiare visione utilizzando gli occhi della solidarietà'.

Ascoli - Sono tante le piccole imprese che non trovano, nei tradizionali canali bancari, l’aiuto necessario per superare un momento difficile. E sono numerose e lodevoli le idee di aspiranti imprenditori che faticano ad avere le giuste referenze per prendere il via.


Per questo c’è il microcredito e ci sono istituti - come la Fondazione Sgariglia Dalmonte e la sua società “Ottavio Sgariglia Dalmonte “ srl di Ascoli, in ragione della loro “mission”- che elargiscono fondi a start up e alle attività, anche se nel tempo hanno avuto dei piccoli problemi.


Aiutare loro vuol dire dare una mano alla filiera che anima un territorio, sopratutto se questo poggia prevalentemente su piccole imprese e ditte individuali come accade nelle Marche, nel Piceno e nel Fermano.


I fondi, pari a un milione di euro, non solo elargiti a pioggia: ci sono dei requisiti da rispettare, c’è una procedura di valutazione.

Ma per la Fondazione Sgariglia e la Osd contano anche le idee.


Inoltre il prestito è legato alla gestione del Fondo Microcredito Regione Marche nella forma del cofinanziamento al 50% (ogni finanziamento erogato prevede 50% della somma di provenienza privata alle normali condizioni di mercato e 50% della somma proveniente dalle risorse regionali che sono a tasso zero e costo zero).


Di tutto questo si è parlato nel Convengo dal titolo Il ruolo del microcredito per lo sviluppo del territorio”, che si è tenuto venerdì 14 aprile nell’auditorium “Emidio Neroni” di Ascoli e che ha visto una nutrita platea di commercialisti e consulenti, interessati a capire e carpire per le loro aziende le modalità di accesso al microcredito.


Prima di entrare nei tecnicismi, Mario Tassi, presidente della Fondazione Carisap (di cui la Fondazione Sgariglia è la sua diretta emanazione), ha portato il suo saluto plaudendo all’iniziativa.


Il presidente della Fondazione Carisap Mario Tassi con Longino Carducci


La parola è poi passata a Longino Carducci, presidente della Fondazione Sgariglia:
Siamo Società Strumentale della Fondazione Carisap: c'è una necessità normativa e una necessità etica in questo essere strumento.

Se un economista guarda la società unicamente attraverso gli occhi del PIL, per esempio, basta poco per non accorgersi di tante cose che aspettano e nessuno le vede.

Bisogna uscire da questo quadro mentale per assumerne un altro, che guarda con un occhio di solidarietà: ecco che l'osmosi tra le due necessità crea l'utilità sociale di questa struttura, il suo valore per contribuire alla coesione sociale, la sua potenzialità per generare un effetto moltiplicatore, la sua essenza di strumento - appunto - della Fondazione Carisap, società strumentale proattiva- si parva licet componere magnis - nella realizzazione del Welfare di Comunità.”


Presente anche il sindaco di Ascoli, Marco Fioravanti: «Il Convengo è molto importante, come lo è il ruolo che ha la Fondazione Sgariglia Dalmonte in questo territorio, perché ne sostiene lo sviluppo economico e sprigiona cofinanziamenti privati attraverso il microcredito. 

Fondamentale è lavorare sull'assistenza e garantire a tutti lo stesso nastro di partenza. Così pure è necessario cercare di dare benzina a tutti quelli che, altrimenti, non avrebbero più la forza di andare avanti. E quindi attraverso il microcredito si sostengono idee innovative ed uno sviluppo concreto del lavoro».


Il vescovo di Ascoli Piceno Gianpiero Palmieri, che ha ritenuto essenziale il sistema del microcredito, ha chiesto "una coesione d'intenti con la Fondazione Sgariglia Dalmonte con la Chiesa per produrre ulteriori effetti positivi".


Si è poi proceduto con le accurate relazioni, introdotte da Antonio Maria De Angelis, presidente del Cda della Osd:
«Il nostro obiettivo è quello di dare la massima informazione, affinché anche i soggetti che, pur non avendo “merito” secondo i normali criteri bancari, hanno comunque necessità e voglia di intraprendere una nuova attività, meritevole. 

In un sistema che purtroppo sconta un livello di interessi esorbitanti ed evidenzia l'uscita di molte banche dal territorio, il nostro sistema è reso “fragile”. Proprio per questo ritengo che la nostra attività, rivolta alle imprese, debba essere coordinata anche con un altro aspetto del microcredito.

Noi svolgiamo un microcredito rivolto alle imprese.

Esiste però il microcredito sociale, la cui azione è di fondamentale riferimento per tutti i servizi di qualità sociale.

Pertanto crediamo e speriamo che l'incontro odierno possa essere di stimolo per l'inizio di un percorso virtuoso, ovviamente per ognuno nei propri ambiti, e che possa essere realizzato con partnership di tutto il territorio, siano essi pubblici o privati. Entità che investano nel profit o nel no profit, anche al fine di evitare tutte quelle problematiche derivanti dalla disparità sociale».

Alberto Manelli, docente dell’Università Politecnica delle Marche, che ha fatto un quadro della situazione economica nelle Marche e delle imprese che operano nel territorio. Un aproccio interessante che Mannelli pone alla riflessione sull'importanza degli effetti del microcredito facendo un confronto con le rilevazione di Unioncamere e uno studio economico delle imprese di Abruzzo, Marche e Umbria del Consorzio HAMU.


Si parte dai dati della Camera di Commercio delle Marche che sentenzia un dato negativo per il 2022, tale da convalidare la situazione di regione in transizione che viene certificata per le Marche dall'Unione Europea (non siamo più in un rating da regioni del nord Italia, ora siamo con quelle del sud per dati economici, ndr).
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Al termine del 2022 sono 157.892 le imprese registrate delle Marche, delle quali 140.066 risultano attive, secondo la rilevazione trimestrale Movimprese, che Unioncamere e Infocamere conducono sui Registri delle Imprese tenuti, con base provinciale, dalle Camere di Commercio.

Per la prima volta la Marche, nella serie storica di medio periodo, scendono sotto la soglia delle 160mila imprese registrate; su tale esito tuttavia ha avuto un impatto decisivo l’intensificazione della pulizia degli archivi camerali svolta tramite le procedure delle cancellazioni d’ufficio (circa 6.600 quelle registrate nell’anno). Rispetto a tale considerevole entità, conta molto meno l’avvenuto distacco dei comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio, relativamente ai quali è stato effettuato in corso d’anno il passaggio dei dati del Registro Imprese alla provincia di Rimini (circa 300 imprese). Passando ad esaminare i flussi delle iscrizioni e delle cessazioni di imprese (queste ultime al netto delle cancellazioni d’ufficio), nel 2022 si osserva che le prime sono 7.193 e le seconde 8.122, tali flussi danno quindi luogo ad un saldo negativo per 929 unità. Nel panorama nazionale le Marche risultano così essere una delle sole due regioni (l’altra è il Molise) con saldo negativo". 

Lo studio di HAMU si concentra invece sull'analisi di altri misuratori come, tra gli altri, la capacità di creare reddito e soddisfare il pagamento dei debiti. Si evidenzia come le piccole e micro imprese in attività abbiano un posizionamento positivo nei grafici quanto a possibilità di resilienza e sviluppo. E' qui per Mannelli che il microcredito può e deve intervenire a supporto della crescita di queste imprese che non sono affatto poche nella nostra regione.

Serena Simoni, Alberto Mannelli e Giampietro Pizzo


Giampietro Pizzo, presidente Rete Italiana di Microfinanza e Inclusione finanziaria, ha parlato di microcredito per la creazione e l’avvio di impresa, delle potenzialità di questo strumento non solo finanziario ma di inclusione e coesione sociale, arricchendo il tema con la normativa di riferimento. Evidenzia anche come lo sviluppo del microcredito, nonostante gli indubbi vantaggi di sviluppo per le imprese e per coloro che non possono utilizzare il sistema bancario per mancanza di requisiti, debba ancora aumentare il suo utilizzo in Italia.

Pizzo evidenzia le solite distorsioni dell'apparato legislativo che fa passare del tempo tra emanazione di una legge e la sua attuazione (decreti attuativi, il male dell'Italia, ndr). Un esempio è nella possibilità di deregolamentazione ultima per il sistema del microcredito: da 40-50 mila euro per il microprestito per impresa da restituire in 7 o 10 anni per imprese non più "anziane" di 5 anni al nuovo regolamento che arriva a 70 mila euro per il prestito rivolto a tutte le imprese superando la data di costituzione, quindi oltre i 5 anni da questa.
Nella pratica, secondo Pizzo, resta consigliabile per il sistema del microcredito di continuare a concedere prestiti secono la vecchia regola per non incorrere in problematiche successive nelle pratiche.

Le conclusioni di Serena Simoni, direttrice della Ottavio Sgariglia Dalmonte Srl, sono state dirette a spiegare le prospettive di accesso al microcredito e ai finanziamenti gestiti dall’Ente che rappresenta.