Scende la produzione ma aumentano i costi per le aziende
Queste, infatti, potrebbero distruggere piante fiorite precocemente a causa dell’anomalo caldo che ha contraddistinto prima l’autunno e ora l’inverno, ma anche tutti gli ortaggi prodotti a campo aperto.
La Cia – Confederazione Italiana degli Agricoltori di Ascoli si fa dunque portavoce del disagio che affligge gli agricoltori del territorio e richiama l’attenzione delle istituzioni e della regione, evidenziando come numerose produzioni siano state stravolte nel loro ciclo naturale. Il grano ha infatti raggiunto dimensioni che solitamente si riscontrano nei mesi primaverili e le mimose sono in piena fioritura. Ovviamente gli effetti delle anomalie climatiche si fanno sentire anche sugli animali da allevamento, come le mucche la cui produzione di latte è inferiore rispetto al normale.
Un’agricoltura che fa quindi i conti con temperature in aumento, con una modifica radicale delle precipitazioni (che determinano disastri e alluvioni, senza irrigare), riduzione della risorsa acqua, con lo spostamento sempre più a Nord di produzioni tradizionali, con l’erosione dei terreni, in particolare quelli montani e collinari. Conseguenze che richiedono interventi incisivi e politiche mirate.
Scende dunque la produzione, diminuisce il valore aggiunto, mentre i costi delle aziende salgono e si accentua in maniera sempre più drastica la differenza tra i prezzi alla produzione e quelli al dettaglio.
Per quanto concerne le coltivazioni, la Cia provinciale evidenzia che le maggiori flessioni riguardano i cereali (-6%), gli ortaggi (-5,4%, con un -13,8% per la sola produzione di pomodori), l’olio d’oliva (-4%) e le produzioni destinate alla trasformazione industriale ( quasi il 19%). In controtendenza frutta e agrumi, cresciuti del 2%, e il vino che ha segnato un aumento dello 0,8%.
La Cia, analizzando i singoli comparti, evidenzia che sulle contrazioni registrate dai cereali hanno influito vari aspetti. A parte gli eventi climatici avversi che hanno colpito in particolare le regioni del Centro-Nord “tagliando” la produzione, ad incidere in maniera tangibile è stata la riforma della Politica agricola comune (Pac) e l’introduzione dell’aiuto disaccoppiato che hanno provocato l’abbandono di alcune colture cerealicole.
Per quanto concerne le colture industriali, la cui produzione era risultata in aumento nel 2005 in seguito allo sbocco delle bioenergie, si è avuto un calo soprattutto in seguito alla chiusura di molti zuccherifici e la conseguente riduzione della produzione di barbabietole. Il tutto determinato dall’entrata in vigore della nuova Ocm zucchero.
«Anche quest’anno il settore non riesce a venire fuori dal tunnel della crisi - ha spiegato Tonino Cioccolanti, Presidente della Cia di Ascoli - le imprese agricole continuano ad essere alle prese con problemi sempre più opprimenti, a cominciare dalla crescita dei costi e dalla stagnazione dei prezzi praticati sui campi che hanno determinato un nuovo pesante taglio ai redditi dei produttori».