Strage di Sambucheto, i legali chiedono solo assoluzioni

Strage di Sambucheto, i legali chiedono solo assoluzioni

Nuovo capitolo del processo in corte d'Assise

Il  legale ha asserito che alcuni testimoni non sono credibili. Il pm averva chiesto sette anni di reclusione.
Chiesta anche l'assoluzione per tre imputati minori, Massimo Grifoni, di Ancona, Francesco Di Paola, di Napoli, e Enrico Gigli, di Civitanova Marche, come del resto aveva fatto il pubblico ministero.
Più impegnativa la difesa di uno dei maggiori imputati, il 36enne Massimiliano Schiavi, presente in aula insieme al padre Gianfranco Schiavi, detto 'Mastino', sostenuta dall' avv. Andrea Tassi che ha negato la sussistenza di una organizzazione di tipo mafioso, sottolineando che tutti i maschi della famiglia Schiavi in passato hanno lavorato nei night come buttafuori o  disc-jokey.
L'avvocato ha ribadito che sono inutilizzabili le testimonianze dell'ex maresciallo dei carabinieri Monticone, raccolte in ospedale nell'imminenza della sua morte. Tra l'altro ha definito una "assurdità" il fatto che il titolare di un night, Valentino Campetelli, presunto taglieggiato dagli Schiavi, abbia regalato loro un assegno per l' acquisto di una pistola.  
Ha chiesto quindi l'assoluzione di Massimiliano Schiavi e, in subordine, il minimo della pena. Chiesta l'assoluzione anche per l'altro figlio di Gianfranco Schiavi, Marco all'epoca dei fatti poco più che ventenne. Secondo l'avvocato è innocente. Lavorava all' 'Exstasy', prima di essere licenziato dal titolare del locale notturno Valentino Campetelli.
Per i legali quindi non ci fu reato, nè da una parte nè dall'altra.

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