Assemblea dei soci della Fondazione Carisap: il J'accuse nei confronti del Segretario generale e il Collegio dei revisori

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Assemblea dei soci della Fondazione Carisap: il J'accuse nei confronti del Segretario generale e il Collegio dei revisori

Il Presidente Maurizio Frascarelli legge per circa un'ora e mezza le pagine del documento di diffida verso i predecessori con fogli passati uno dopo l'altro dal Segretario generale.

Ascoli - E' durata circa tre ore l'assemblea dei soci della Fondazione Carisap tenutasi dalle 18 in poi a Palazzo Bazzani in corso Mazzini. Doveva tenersi lo scorso 23 ottobre ma dopo le dimissioni del Presidente Mario Tassi e del suo Cda, tranne il consigliere Tagliabue, l'Organo d'indirizzo a maggioranza aveva invitato il vice presidente Fabio Paci, facente funzioni, a rinviarla a data da destinarsi. Atto illegittimo secondo il Direttore Generale del Tesoro Riccardo Barbieri Hermitte presso il Mef che è l'organo di vigilanza sulle fondazioni bancarie.
Perché quel rinvio?
Oggi si è compreso meglio. Si doveva dare alla nuova governance guidata dal presidente Maurizio Frascarelli la possibilità di fare quello che ha fatto: circa un'ora e mezza di clima da inquisizione per illustrare le “presunte malefatte” dei predecessori alla guida della Fondazione.

C'era un “regista” o un “suggeritore”, chiamatelo come volete il Segretario generale Fabrizio Zappasodi, che passava di foglio in foglio quanto il Presidente Frascarelli doveva leggere, tutto tratto da un documento di 28 pagine. E al di là di pochi interventi, uno dei quali quello dell'ex Presidente Mario Tassi che ha risposto per le rime e nella sostanza alle accuse, di fatto dimostra quale è stato e quale sarà il cammino della Fondazione Carisap d'ora in poi a meno che qualcuno non vi ponga riparo. Nonostante le domande poste da diversi soci, di fatto non ci sono state risposte.

Dunque un'assemblea di nuovo mortificata. Non c'è stato dibattito. I soci trattati alla stregua di un tetto di coppi sotto una bomba d'acqua.

In ogni caso l'elemento saliente di questa assemblea è l'atto d'accusa nei confronti del Segretario generale e verso il Collegio dei revisori. Al segretario Zappasodi, senza comunque ottenere una risposta, è stato chiesto perché abbia impiegato quasi 5 anni nel presentare una diffida al Cda Tassi per scelte fatte sull'aspetto organizzativo dal Cda Galeati. Seppure sia stata un'azione giuridicamente possibile, e non lo decidiamo noi, dal punto di vista morale ci fa venire qualche dubbio. Una persona normale se si accorgesse che ci sono cose che non sono corrette dovrebbe rilevarlo subito e provare a correggere. Se poi questo è il Segretario generale della Fondazione a maggior ragione dovrebbe rispondere ad un dovere deontologico dovuto al suo ruolo e far presente subito che si è intrapresa una strada illegittima. Viene pagato profumatamente proprio per fare questo. Ma che volete? L'ha fatto dopo circa 5 anni, avrà voluto riflettere, studiare meglio la questione. Beh studiare meglio la questione forse no perché a studiarla ci sono stati gli avvocati: oltre 200 mila euro di parcelle tolti al finanziamento di progetti magari contro il disagio nel territorio. Eppoi il Collegio dei revisori che rivede? Non compie anche in questo caso una funzione dovuta e pagata dalla Fondazione Carisap, cioè il controllo dei requisti, delle incompatibilità, ineleggibilità. Anche qui è il Ministero, cioè l'organo di vigilanza, che in una lettera fa un appunto sulla questione.

Ma sul punto il Presidente Frascarelli risponde che è tutto a posto, purtroppo però non lo dice il Collegio dei revisori, lo scrive anche in questo caso un parere legale naturalmente pagato profumatamente.

Eppoi c'è la lettera del 3 novembre inviata dal Ministero dell'Economia e dello Sviluppo che il Presidente Frascarelli che la cita in alcuni passi a proposito delle fughe di notizie ma che pur essendo indirizzata all'Assemblea dei soci pare che nessuno l'abbia ricevuta. Un altro arcano dopo l'interrogativo sul perché dell'azione “tardiva” della diffida del Segretario generale.