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Vitawell, visione d'insieme tutti i filoni in una sola inchiesta
Prove determinanti chiuse in scatoloni mai aperti
«In effetti stiamo valutando l'ipotesi di riunire in unico fascicolo – dice il procuratore della Repubblica Franco Ponticelli - tutte le vicende ingenerate dal caso Vitawell, c'è la preoccupazione che ne nasca un maxiprocesso».
E con l'autorizzazione del tribunale e la supervisione del curatore fallimentare Rossella Peci è stato possibile fotografare una distesa di enormi scatoloni marchiati Jean Klebert presso un locale in zona ex Carburo. Dentro ci sarebbero, secondo la denuncia fatta da Mauro Scaramucci per estorsione e truffa contro personaggi di Fineco Capital, Alto Partners Srl e i fratelli Sansoni di Ferrara, le prove documentali del “bidone” subìto con l'acquisizione della stessa Jean Klebert.
La società di cosmetica professionale che, a dire dell'imprenditore ascolano, ha causato il tracollo del gruppo Vitawell e di conseguenza la polverizzazione di circa 1000 posti di lavoro. Da oltre due anni a questa parte però nessun investigatore ha mai aperto quella “miniera”. Ora si cambia ritmo. Nel corso della prossima settimana Mauro Scaramucci verrà ascoltato come persona informate dei fatti, in qualità di parte offesa, da agenti della Guardia di finanza su delega della procura ascolana sulla presunta estorsione subìta, per la presunta truffa denunciata dall'imprenditore, infatti, gli inquirenti non avrebbero molte perplessità.
Ieri il professor Bruno Assumma, gli avvocati Francesco Voltattorni e Sara Pagnoni, collegio di difesa di Scaramucci, hanno incontrato il procuratore Franco Ponticelli e il sostituto Ettore Picardi. «Siamo soddisfatti – dice il professor Assumma – che gli inquirenti abbiano compreso le dinamiche di questa vicenda. In una storia di bancarotta il movente è esclusivamente economico, Scaramucci si è completamente bruciato economicamente, allora occorre cercare altrove il movente». Poi l'insigne penalista allude a diversi falsi in bilancio presenti nella documentazione contenuta negli scatoloni della Jean Klebert presso l'ex Carburo. Reati che, secondo Assumma, preluderebbero al verificarsi poi della truffa contro Scaramucci.
Intanto il 17 gennaio subirà una retromarcia il processo per appropriazione indebita, dopo il fallimento di Well Net spa, che muterà nel capo d'imputazione in bancarotta fraudolenta a carico di Mauro Scaramucci e altri. Stessa sorte per il caso Terme di Montecatini che al momento resta appropriazione indebita.
Per la procura infatti si tratta di vicende connesse. Dunque il 17 gennaio, data dell'udienza d'apertura del processo per i due fatti, il giudice Marco Bartoli sarà chiamato soltanto ad emettere un'ordinanza di rinvio degli atti alla procura della Repubblica per la formulazione di un nuovo capo d'imputazione. Si parte insomma daccapo: richiesta di rinvio a giudizio, chiusura delle indagini preliminari con il 415 bis e la facoltà per gli imputati di farsi interrogare o depositare memoria difensiva.
Poi si passa al giudice dell'udienza preliminare, prima di un eventuale dibattimento. Ma sempre a gennaio, il 31, si decide la sorte di Vitawell spa, omologazione del concordato preventivo o fallimento.