lo dice il rapporto della Confederazione Italiana degli Agricoltori
La CIA ha evidenziato come i settori che hanno maggiormente risentito della crisi sono quelli dell’orto-frutta, con flessioni pari a -18,5% per la frutta e -16,3% per gli ortaggi. Crisi nei consumi, tuttavia, anche per il comparto della carne e del pane. Per carni, salumi, uova e vini sono state registrate flessioni tra il 9 e il 10%. Andamento migliore, anche se il segno resta negativo, si ha per i derivati dei cereali, sia per i prodotti lattiero-caseari e per gli oli, con cali tra il 4 e il 5%. Da rilevare, tuttavia, che in questi comparti si registra la forte caduta degli acquisti del pane, il cui consumo scende addirittura del 21%. Ad esso si contrappone una tenuta della pasta (meno 1,5%), l’impennata dei formaggi freschi (più 30%) e la ripresa del latte (più 3,2%).
Una delle cause principali è individuata nell’incremento dei prezzi, che è stato superiore al 15% e che ha avuto il suo picco maggiore con l’ingresso dell’euro. Tale situazione ha ovviamente inciso negativamente sui produttori agricoli che hanno visto scendere i loro redditi soprattutto nel 2005 (-10,4%) e nel 2006 (-2%).
Diametralmente opposto è stato invece il trend per i prodotti ortofrutticoli di IV e V gamma, che hanno messo a segno un forte exploit: si è passati dai 139 milioni di euro spesi nel 2001 agli oltre 300 milioni di euro del 2006.
La Cia sottolinea inoltre che nel 2006 sono stati spesi 133,5 miliardi di euro per gli acquisti domestici, che rappresentano il 70% dei consumi alimentari totali, dove comunque la parte del leone spetta alle carni bovine (8% del totale) e ai salumi (7,5%). Seguono frutta, verdura, pane e latte con il 5%.
«La prossima Conferenza nazionale sull’agricoltura e lo sviluppo rurale rappresenterà un importante momento di confronto e dialogo – sostiene Tonino Cioccolanti, Presidente della Cia di Ascoli - in cui saranno delineati progetti per il rilancio dello sviluppo e della competitività di un settore che sta attraversando, attualmente, una fase strutturale piuttosto critica e per il quale il 2007 rappresenta un anno di svolta».
La Cia evidenzia che siamo davanti a un consumatore disorientato e in grave difficoltà, dunque estremamente attento al rapporto prezzo-qualità e quindi sempre alla ricerca del prodotto più conveniente.
«Anche in provincia di Ascoli – ha concluso Tonino Cioccolanti – i consumatori stanno apprezzando sempre di più le iniziative degli agricoltori che effettuano la vendita diretta. Un sistema di commercializzazione che avvicina i consumatori all’azienda agricola di produzione che offre standard qualitativi eccellenti».
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