Il gup Antonella Di Carlo ha fissato l'udienza preliminare al 15 marzo
Il gup di Teramo Antonella Di Carlo ha fissato l' udienza preliminare per il 15 marzo. Secondo l' accusa furono omessi controlli sulla costruzione del viadotto dell' A24 Roma-Teramo in località Isola del Gran Sasso, in particolare delle barriere di sicurezza.
E ci sarebbero state negligenze nella successiva gestione e manutenzione dell' autostrada. Rischiano un processo due tecnici Anas, Giovanni Terchi Nocentini (allora direttore dei lavori) e Antonio Caputi, e quattro dirigenti della concessionaria: Giorgio Serra, Giuseppe Savini, Roberto Salza e Claudio Nugnes. Esce invece dal procedimento Carlo Toto, rappresentante legale della società. Il pm fa riferimento anche a un altro incidente avvenuto sullo stesso tratto nel 2004, costato la vita a Marco Iommi. Una perizia ravvisò "gravi non conformità di esecuzione" nelle opere rispetto al progetto. L' inchiesta era partita da un esposto di Laura Brugiapaglia, sorella della vittima.
Dopo la notifica della fissazione dell' udienza preliminare per la morte di Claudio Brugiapaglia, il difensore della parte offesa, avvocato Riccardo Leonardi, ha annunciato che si rivolgerà al ministro dei lavori pubblici perché verifichi i profili di responsabilità amministrativa.
"Chiederò al ministro - ha anticipato Leonardi - di valutare l' opportunità di assumere provvedimenti connessi alla concessione della gestione del tratto autostradale. E di vagliare se vi siano elementi per procedere a recuperare denari pubblici spesi per realizzare un' autostrada in modo difforme da quanto progettato".
Nel capo d' imputazione, il pm elenca una serie di vizi delle
opere che, a suo giudizio, "hanno determinato il cedimento sia nella parte in cemento ancorante i paletti verticali, sia nella parte metallica, con conseguente caduta dal viadotto sul terreno sottostante dell' auto condotta da Brugiapaglia".
Il pm fa riferimento alle armature delle barre in acciaio e delle staffe
del cordolo in calcestruzzo, risultato essere più basso rispetto al progetto. Altre irregolarità, secondo l' accusa, riguardano la superficie del cemento; le staffe di armatura del cordolo (di 11 cm rispetto ai 30 del progetto); l' assenza di staffe rettangolari di contenimento dei paletti; il calcestruzzo utilizzato con classe 350 anziché 500.
Ai dirigenti, oltre a presunte negligenze nella gestione della strada, viene addebitato di non aver eliminato le anomalie in fase realizzativa perché le "barriere non venivano
sistemate a norma e il ripristino degli ancoraggi coinvolti nei vari incidenti verificatisi, oltre a quello che ha coninvolto Brugiapaglia, è avvenuto ricostruendo negligentemente la situazione preesistente, e dunque conservando le difformità di esecuzione".