Assicurazioni, scenderanno i premi delle polizze?

Assicurazioni, scenderanno i premi delle polizze?

E voi siete soddisfatti? Il premio rc auto vi sembra adeguato? Sapete navigare tra le varie offerte disponibili in città? Quaranta sportelli sparsi nel territorio di Ascoli Piceno non sono pochi e un’ampia scelta, di solito, garantisce una migliore offerta. Come orientarsi allora, nella ricerca del migliore rapporto qualità prezzo? Il consiglio rimane il solito: procurarsi più preventivi (ovviamente a parità di garanzie offerte). La recente liberalizzazione del mercato di settore non ha portato, però, gli effetti sperati in termini di concorrenza e contenimento dei prezzi. Per non parlare della qualità del servizio e della correttezza verso gli assicurati. Dall’altra parte rimane molto alto il numero delle truffe, ancora troppe su scala nazionale. La rassegna stampa disponibile è di oltre cento di pagine e solo nell’ultimo anno centinaia di milioni di euro sono i proventi dell’illecito. Migliaia sono le persone coinvolte, spesso medici, avvocati e testimoni compiacenti, rei di aver inventato incidenti. La truffa non è una pratica tutta italiana. In un paese a lunghissima tradizione assicurativa come l’Inghilterra, l’illecito ai danni degli istituti assicurativi è in linea con quelle del Belpaese. E a leggere i numeri c’è da impallidire. Fortunatamente non pervenute truffe in città: l’episodio forse più rilevante risale al 2004 quando il gip di Ascoli emanò dieci ordinanze di custodia cautelare ai danni di altrettante persone originarie della Campania. In quella circostanza ben 115 incidenti furono simulati dai malviventi tra il 1994 e il 2002. La Polizia fu indispettita dal fatto che le stesse persone erano protagoniste di tantissimi sinistri in provincia di Ascoli. Tutto falso. Un miliardo di vecchie lire fu il bottino. Meno male, resta un fatto isolato. Abbiamo svolto una piccola inchiesta per capire quali sono le difficoltà degli agenti nel proporre alcuni prodotti assicurativi, i dubbi e, perché no, le speranze degli operatori. Con loro abbiamo parlato di rc auto e di prodotti del settore vita, in particolare di fondi pensione. Del primo ramo sappiamo tutto o quasi: chi di noi ha un mezzo a due, tre o quattro ruote da assicurare, si sarà trovato alle prese con tariffe bonus/malus, sinistri e raccomandate. Si tratta di una polizza che abbiamo tutti, pertanto le compagnie spesso avvicinano nuovi clienti con una (vantaggiosa?) proposta auto, per poi dirottare l’attenzione su prodotti più remunerativi. La polizza è facile da proporre (appunto perché obbligatoria) e troppo spesso appetibile solo perché giocata al ribasso sul premio finale. L’assicurato, infatti, spesso non sa valutare le eventuali garanzie accessorie contenute nel contratto (rinuncia alla rivalsa e assistenza, solo per citarne alcune). Da diversi anni le associazioni a difesa del consumatore svolgono campagne feroci con l’obiettivo di ridurre i premi e semplificare le procedure. Hanno ottenuto risultati? Sono in palio interessi di bottega? Proviamo a far chiarezza. Dal febbraio 2007, dopo un lungo tira e molla e salvo proroghe, sarà in vigore un nuovo sistema di liquidazione dei sinistri auto. Infatti andrà in pensione il CID (Convenzione Indennizzo Diretto) per far spazio al risarcimento diretto dei danni da parte della propria agenzia. Questo sistema permette all’assicurato di valutare più da vicino il servizio offerto, dato che in caso di non responsabilità in un incidente, il sinistro subìto verrà liquidato dal suo stesso agente. Le compagnie d’assicurazione lo giudicano un buon metodo: i clienti, probabilmente, vedranno accorciati i tempi di liquidazione. Ci sarà l’agognato calo dei premi? Non è chiaro ma, è certo, diminuiranno gli interventi di molti studi professionali. Ecco perché la norma è avversata aspramente da avvocati e dall’ANEIS (Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale). Si ritiene che ci saranno ancora tempi lunghi per le liquidazioni, senza che diminuiscano le truffe. Di altro avviso le associazioni dei consumatori come l’Adiconsum, che è tra i promotori della riforma. Cautela da parte degli agenti ascolani. Abbottonatissimo Vittorio Caringola, (Sara) che non si sbilancia in un commento sul risarcimento diretto, ma lamenta più sinistri rispetto allo scorso anno. Eppure la norma, come ci confermano in Allianz “era stata pensata per snellire le procedure e fino ad oggi purtroppo la burocrazia ha rallentato lo smaltimento delle pratiche aperte”. In teoria l’agente dovrà liquidare il sinistro subìto dal proprio assicurato sulla base dei dati raccolti (con un maggiore carico di responsabilità e di lavoro). Il responsabile dell’agenzia sembra il vero anello debole di una catena che comprende ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) e il relativo Istituto di Vigilanza (ISVAP). Ad oggi molte agenzie devono risolvere questioni con le proprie mandanti e non sembra improbabile un rinvio. Secondo l’agente generale della Fondiaria-Sai div.Sai “ci sarà un aumento delle disdette e aumenteranno anche gli scontenti”. Le tariffe sono aumentate, nonostante siano ridotti i risarcimenti delle cosìdette microinvalidità (che sono poi quelle sino a nove punti). Marina Germani (Ina Assitalia) conferma la tesi dell’agente come anello debole di una catena difficile da spezzare “non ho notato una flessione dei sinistri, noto anzi che le microlesioni sono molto più alte rispetto agli altri paesi europei, a tutto vantaggio degli studi legali che fanno la loro fortuna con i sinistri. Purtroppo, -prosegue l’agente Ina- credo proprio che anche dopo il febbraio 2007 il premio non diminuirà”. Qualcosa non torna e infatti non serve troppa malizia per notare che, per le Compagnie, a risarcimenti ridotti corrispondono utili in crescita. C’è altro: il presidente dell’ANIA ha riferito alle commissioni di Camera e Senato che il ramo auto ha raggiunto l’equilibrio soltanto nel 2002 e nel 2005 ha prodotto utili per circa due miliardi di euro. E infatti le tariffe sono state ritoccate, ma verso l’alto. “Guadagnare tonifica l’umore degli azionisti” ha scritto polemicamente in una nota il vice-presidente dell’ANEIS Francesco Mannacio. Nel gennaio del 2007 comincia un’altra piccola rivoluzione, stavolta del sistema previdenziale. Tutti i lavoratori dipendenti avranno infatti a disposizione sei mesi di tempo per decidere il destino del loro tfr. Dovranno cioè stabilire se aderire o meno al fondo pensione di categoria (o altro fondo). L’alternativa sarebbe lasciarlo maturare in azienda destinandolo quindi all’Inps. La scelta è comunque reversibile: ogni lavoratore può tornare sui propri passi. Altro prodotto oggetto di discussione con gli agenti è la polizza a premio annuo ricorrente (l’accantonamento studiato per il medio-lungo termine). E’ un prodotto diverso, più flessibile, mentre i fondi pensione sono gli strumenti tecnici per realizzare la pensione complementare rispetto a quella erogata dagli enti pensionistici obbligatori (Inps, Inpdap, ecc…). Come ci spiega Sandro Filipponi de La Previdente: “La prestazione di un fondo pensione è l’erogazione di una rendita a partire dal momento del pensionamento. È comunque consentita la facoltà di optare per una liquidazione in soluzione unica per un importo che non ecceda il 50% del montante finale accumulato. In alcuni casi specifici è consentita una liquidazione del 100% in capitale. Comunque rimane un prodotto che non decolla e servirebbero chiarimenti più dettagliati, anche sulla rendita garantita che si aggira sul 2%”. Fino a qualche anno fa i fondi pensione erano legati a specifiche categorie, come le banche o singole aziende che introducevano esperienze già realizzate in altri Paesi. In Italia, come ci confermano gli agenti delle principali agenzie di Ascoli non hanno ancora avuto un grande sviluppo, forse perché finora la copertura del sistema previdenziale pubblico è stata più che buona e il prodotto rimane di difficile collocazione, oppure per la legislazione poco chiara. In città il trend è il linea con quello nazionale. Spesso le compagnie preferiscono affidarsi alla raccolta con i premi annui ricorrenti e offrire un servizio di accantonamento, come ci confermano gli agenti del gruppo Aurora, Unipol, e M. Serena Travaglini di Carige. “La normativa per i forndi pensione non è chiarissima –dice Marina Germani (Ina Assitalia)- e troviamo difficoltà con i clienti, anche se rispetto a qualche anno fa sono più informati. E comunque la mia esperienza mi fa notare che c’è una certa sofferenza nel risparmio medio delle famiglie”. Tempi duri, ma non per l’Alleanza, molto attiva sul territorio nella raccolta di premi annui ricorrenti: per loro trend dell’anno scorso confermato: +10%.