Ivan Brandimarte titolare della Geta Srl, alcuni collaboratotori e una ditta del nord collegata, è accusato di associazione per delinquere finalizzata a reati contro l’ambiente, traffico illecito di rifiuti e disastro ambientale, accesso abusivo alla banca dati della polizia.
Ancona - Sono ventidue le persone e due le società indagate dalla Procura distrettuale antimafia di Ancona che chiuso le indagini alcuni giorni fa e ha avvisato gli stessi indagati della chiusura dell'inchiesta che tra le ipotesi accusatorie formula per l'attuale consigliere regionale del Pd Anna Casini, in precedenza vice presidente della Giunta regionale delle Marche, gli ex presidenti della Provincia di Ascoli Piero Celani (FI) e Sergio Fabiani (Pd), il sindaco di Roccafluvione Francesco Leoni, un agente della polizia giudiziaria, un agente della Questura di Ascoli Piceno e un carabiniere i reati di corruzione per l’esercizio della funzione e corruzione di persona incaricata di pubblico servizio.
Secondo il pm Paolo Gubinelli gli indagati avrebbero ricevuto facilitazioni nell'assunzione di persone amiche, sponsorizzazioni per società sportive, regalie, ed altro dalla società Geta Srl dell'imprenditore ascolano Ivan Brandimarte, che si occupa di gestione e smaltimento di rifiuti nella discarica Alto Bretta di Ascoli Piceno.
Brandimarte poi, con alcuni suoi collaboratori e ditte del nord collegate, sono accusati di associazione a delinquere finalizzata a reati contro l’ambiente, traffico illecito di rifiuti e disastro ambientale, accesso abusivo alla banca dati della polizia . Gli indagati ora hanno venti giorni di tempo dalla notifica della chiusura delle indagini per chiedere un interrogatorio o presentare memorie a difesa. La Procura potrà, in funzione di questi passaggi difensivi, chiedere a seconda dei casi il rinvio a giudizio o l’archiviazione dell’inchiesta.