Ancona - Proprio per i primi 100 giorni della giunta regionale presieduta da Francesco Acquaroli arriva una “spada di Damocle”: il prossimo 10 febbraio 2021 è calendarizzata presso il Tar Marche l'udienza in Camera di consiglio che ha per oggetto il “Decreto di nomina dei componenti della giunta regionale - violazione della normativa vigente in materia di parità di genere”.
A presentarlo la Consigliera di Parità Paola Petrucci in compagnia di altre 68 parti ricorrenti.
E' una situazione annunciata visto che la stessa Paola Petrucci aveva presentato lo scorso 13 ottobre 2020 una diffida al presidente Acquaroli contro il mancato rispetto della Parità di genere per la nomina della Giunta.
Al primo punto era scritto “Lo Statuto della Regione Marche, approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 4 dicembre 2004, n. 210 recita, all’art. 3 secondo comma “La Regione valorizza la differenza di genere in ogni campo ed attività operando al fine di garantire condizioni di effettiva parità a donne e uomini. Le leggi regionali garantiscono parità di accesso a donne e uomini alle cariche elettive e negli enti, negli organi e in tutti gli incarichi di nomina del Consiglio e della Giunta.”
Poiché il presidente Acquaroli non aveva dato seguito a questi principi nelle nomine assessorili, dopo la notifica di rito alle parti, lo scorso 20 gennaio è stati depositato presso il Tar Marche il ricorso in questione nel quale si chiede in prima istanza la sospensione dei decreti n. 279 (Decreto di nomina dei componenti della Giunta regionale) e n. 280 (Attribuzione delle deleghe ai componenti della Giunta) e nel merito l'annullamento degli stessi decreti.
Un bel problema considerando che tra le altre decisioni in materia per altri precedenti si è pronunciata la Corte Costituzionale.