Dipende da noi: Per una sanità adeguata

Dipende da noi: Per una sanità adeguata

E non ci sarà nessuna svolta finché gli errori del recente passato vengono presentati come meriti. In particolare non ha alcun senso rivendicare la scelta del Fiera Hospital di Civitanova, come oggi stanno facendo l’ex Presidente della Regione Ceriscioli e alcuni esponenti del suo partito.


Ascoli - Il Movimento di impegno civile Dipende da Noi in una nota scrive:
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Il Pur nel pieno rispetto del ruolo di chi si trova a dover prender decisioni difficili in una grave crisi sanitaria, siamo ancora una volta costretti a richiamare l’attenzione sull’esigenza di una svolta nella gestione della sanità nelle Marche. Richiamiamo le autorità politiche regionali ad attuare una strategia veramente responsabile e incisiva per fronteggiare la nuova ondata (ampiamente prevista) di contagi COVID.


Il sistema sanitario regionale continua, intanto, a manifestare tutte le gravi carenze drammaticamente registrate sette mesi or sono.


E non ci sarà nessuna svolta finché gli errori del recente passato vengono presentati come meriti. In particolare non ha alcun senso rivendicare la scelta del Fiera Hospital di Civitanova, come oggi stanno facendo l’ex Presidente della Regione Ceriscioli e alcuni esponenti del suo partito.


Infatti tutti sanno che si tratta di una struttura costosa e inadeguata per essere usata come una rianimazione, isolata com’è dagli altri reparti e dalle altre figure specialistiche, necessari per gestire un paziente complesso come il paziente COVID.


Senza un laboratorio analisi, senza un cardiologo, radiologo o un chirurgo sempre presenti. Per non parlare del personale sanitario che sarà costretto a lavorare in queste condizioni non sicure per il paziente. Le critiche a questa scelta sbagliata sono definite “risibili” da Ceriscioli, che però dimentica che esse sono state sollevate con piena cognizione di causa in primo luogo da chi opera in prima linea, come la quasi totalità dei 300 anestesisti-rianimatori marchigiani.


Ceriscioli, che sino a un mese fa ha avuto la piena responsabilità politica di preparare la regione alla seconda ondata della pandemia, dovrebbe semmai spiegare perché la nostra regione oggi si trova impreparata, senza alcuna implementazione delle forze necessarie per combattere il virus.


La Regione Marche, a seguito del Decreto n. 34 del 19 maggio 2020, grazie ai 39 milioni stanziati dal Governo e ai 6 integrati dalla Regione stessa, avrebbe dovuto e potuto allestire nell’ambito dei reparti degli ospedali marchigiani (dove i medici ci sono e non bisogna chiederli inutilmente alla Marina Militare) ben 115 unità di nuovi posti letto della terapia intensiva, ed invece a quattro mesi da quegli stanziamenti ne sono stati realizzati appena 14.


Resta poi irrisolta la carenza di personale infermieristico e specialistico già patita in epoca pre COVID, che peserà drammaticamente da qui in avanti. Perché non è stato assunto altro personale sanitario? Perché non è stata potenziata la medicina territoriale?


Eppure nei mesi intercorsi tra la prima ondata di pandemia e la fine del suo mandato, l’ex presidente Ceriscioli di tempo ne ha avuto. Ha avuto il tempo di inaugurare, al fianco di Bertolaso, la costosa e inadeguata struttura di Civitanova, che ha ospitato soltanto 3 pazienti, a maggio, ed è stata chiusa dopo 10 giorni e che ora, seguendo la stessa logica, viene riaperta dal nuovo governo regionale, politicamente omologo a quello che in Lombardia ha realizzato una struttura gemella, dopo che nelle Marche l’aveva criticata solo per un gioco delle parti.


C’è stato il tempo di potenziare l’elisoccorso notturno, un servizio che costa 100 mila euro al mese e che in 4 mesi ha effettuato un solo volo per mancanza di visori notturni adeguati e piazzole di atterraggio. Dunque è un servizio che, fatto così, è soprattutto di grande effetto nei titoli dei giornali locali, ma attualmente un costo scarsamente utile per i cittadini.


Ceriscioli ha però avuto il tempo di decidere di elargire migliaia di euro di Premio Covid (poi fortunatamente bloccato) a 82 amministrativi sanitari, con un decreto firmato dalla dirigenza nei primi giorni di settembre, mentre i lavoratori ‘’in prima linea’’ non hanno ancora visto un euro in più in busta paga.


È giusto ringraziare il personale sanitario che, nonostante i turni massacranti, il blocco delle ferie, i rischi infettivi e gli screening pressoché assenti, anche questa volta sta cercando di mettere rimedio ai mille buchi lasciati dalle incompetenze politiche. Ma ringraziare gli operatori della sanità non basta; noi chiediamo da subito l’attivazione di una strategia efficace di adeguamento delle strutture ospedaliere, di reclutamento di nuovo personale, di potenziamento della medicina territoriale. Dagli errori bisogna imparare, altrimenti il prezzo di un’insensata ostinazione ricadrà su tutti i marchigiani".