La direttrice Eleonora Consoli:
«Un'opera meritoria che resterà per tutti». I detenuti della sezione di massima
sicurezza hanno donato il loro tempo e la loro maestria per abbellire
la Cappella, inaugurata dal vescovo Giovanni D'Ercole che ha
celebrato la Santa Messa in occasione della ricorrenza della Madonna
delle Grazie.
«Ci sarebbero tante cose da dire. Tutto questo è stato reso possibile dall'incontro di tanti elementi tutti coerenti con quello che l'ordinamento penitenziario richiede - ha affermato la direttrice Eleonora Consoli - dalla disponibilità della Caritas che ci ha dato i fondi alla volontà di don Alessio fino al contributo fattivo e al lavoro delle mani, del cuore e della testa dei detenuti. Conosco questo istituto da ventitre anni; questa stanza ha visto tante persone. Oggi è stata realizzata un'opera che rimarrà nel futuro per tutta la comunità».
Un'opera per tutti, come da più parti ribadito sabato mattina quando, alla presenza del vicario del prefetto Anna Gargiulo, della direttrice della Casa Circondariale e di un gruppo di detenuti, il vescovo di Ascoli S. E. Monsignor Giovanni D'Ercole ha officiato la S. Messa e intitolato la cappella proprio alla Madonna delle Grazie, co-patrona con S. Emidio della Diocesi. «Ora potete dire: "questa è la mia cappella" - ha affermato il vescovo di Ascoli - e il contributo che avete dato resterà per sempre sotto la protezione della Madonna delle Grazie, cui oggi consacriamo questo luogo e che ci invita ogni giorno ad affidarci a Gesù».
Fino a poco tempo fa, come ricordato da don Alessio, i segni della presenza del Signore all'interno della Cappella della Casa Circondariale sono stati lasciati all'immaginazione dei visitatori. «Oggi, grazie alla proposta di alcuni detenuti e alla disponibilità della direzione e del comandante, di quello stanzone reso vivo solo da un altare è rimasto ben poco - spiega don Alessio - e la Cappella è stata abbellita e resa accogliente e calda, con un'impresa di vera costruzione di colonne, capitelli, lesene, corniciature e mosaici alle finestre, oltre al tabernacolo che permette la presenza viva di Dio-Eucaristia». Per alcuni mesi C.A, C.P., P.S. e R.S. hanno lavorato con maestria, aiutati e sostenuti anche dagli altri detenuti, realizzando infine un'opera di tutto rispetto.
Una luce di speranza per i detenuti della Casa Circondariale di Marino del Tronto in un periodo buio per tutti e molto di più per la popolazione carceraria. La pandemia, infatti, ha costretto la direzione a ridurre al minimo l'ingresso dei volontari nella struttura e a applicare regole più stringenti alle visite dei parenti, che possono incontrare i propri familiari solo attraverso un vetro, oltre che tramite skype. «Siamo in tempi difficili - ha affermato la direttrice rivolgendosi ai detenuti presenti - da più di sei mesi a voi è imposto un sacrificio in più, le regole che ci hanno imposto sono dure ma necessarie. Da parte nostro l'impegno a migliorare la situazione è massimo, ma purtroppo per poter allentare le misure di sicurezza devono esserci le condizioni».