Legambiente Marche fa il punto sulle battaglie fondamentali portate avanti in questi anni e pone altrettanti quesiti alla politica regionale e comunale del territorio, per una ripartenza post coronavirus all’altezza della sfida ai cambiamenti climatici.
Ancona - Legambiente: «Per uscire dalla crisi causata dal Covid-19, bisogna puntare dritto con coraggio e coerenza sul rispetto dell’ambiente e ad uno sviluppo che tenga insieme qualità della vita, sana economia e coesione sociale.»
Quattro decenni in difesa dell’ambiente e per la sua sana valorizzazione. Legambiente quest’anno festeggia il suo 40esimo compleanno tracciando una linea sugli obiettivi raggiunti, le vertenze ancora in campo e le prossime sfide.
Molti i successi normativi, nazionali e territoriali, in cui l’Associazione è stata protagonista in prima linea, accanto ai territori, tra amministratori virtuosi, scelte coraggiose e nuove strade tracciate insieme verso un cambiamento in grado di traghettare il Paese verso una maggiore qualità della vita, una coesione sociale più forte e un modello economico in grado di rispettare i territori e le sue tante ricchezze.
Ma, spegnendo le quaranta candeline, Legambiente continua a guardare avanti e, ripercorrendo le principali battaglie che hanno contraddistinto l’azione associativa, ribadisce le battaglie su cui continuare a lavorare e stimola cittadini e Istituzioni verso nuovi obiettivi da raggiungere insieme. Questo compleanno arriva, tra l’altro, in un momento molto particolare, non solo per il nostro Paese ma per il mondo intero.
«Oggi, il drammatico stop imposto dall’emergenza Coronavirus deve rappresentare un’occasione per guardare a fondo quello che non stava funzionando e avere il coraggio di cambiare e migliorare lo stato complessivo del nostro Paese, a partire dalle azioni quotidiane che ogni cittadino può e deve mettere in campo. – dichiara Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche – In questa fase 2, ci appelliamo alla politica affinché punti con coraggio e convinzione su un nuovo modello che tenga insieme qualità della vita, sana economia e coesione sociale. Per far ciò, è indispensabile un impegno da parte di tutti, sindaci, Regione, cittadini e portatori di interessi, consapevoli che sono necessari provvedimenti che mettano al centro le città, l’Appennino e la tutela dell’ambiente, perché è da qui che bisogna prima di tutto ripartire».
Ecco alcune delle battaglie portate avanti da Legambiente nelle Marche e le domande dell’associazione alla politica regionale e comunale per continuare a lavorare insieme a difesa dell’ambiente.
TRENO VERDE E SITUAZIONE TRASPORTO FERROVIARIO: Centinaia di tappe in tutta Italia, moltissime nelle Marche per rilanciare il tema della mobilità sostenibile e l’inquinamento atmosferico. Nel 2014, in occasione della tappa ad Ancona, il Treno Verde di Legambiente e RFI presentò la proposta di metropolitana della Città Adriatica, per collegare in maniera snella e veloce i tanti comuni costieri che rappresentano i principali luoghi in cui vengono prodotte le maggiori quantità di CO2. Il servizio ferroviario è migliorato ma molto c’è ancora da fare per permettere che il treno rappresenti il principale mezzo di trasporto fuori città. Per far funzionare al meglio il trasporto ferroviario è fondamentale organizzare il trasporto pubblico nelle città o permettere di accedere ai servizi di noleggio di mezzi elettrici.
Qual è il piano per la mobilità nei nostri Comuni? La Regione metterà in campo azioni concrete per supportare il cambiamento della mobilità nelle città?
GRUPPO PROTEZIONE CIVILE BENI CULTURALI: Nel 1997, in seguito al terremoto Marche e Umbria, nasce nella nostra regione, grazie ai volontari di Legambiente, il primo gruppo di protezione civile dedicato al recupero dei beni culturali di emergenza, che, in quella drammatica occasione, si sono adoperati per collaborare con le Istituzioni al recupero dei beni mobili colpiti dal sisma. Dopo il sisma del ’97, il volontariato specializzato di Legambiente è arrivato ad operare in altre emergenze nazionali per tornare operativo nel terremoto Centro Italia 2016/2017. Durante quest’ultima emergenza, i volontari hanno contribuito al recupero di circa 4000 opere mobili e hanno lottato affinché il patrimonio culturale non venisse allontanato dai comuni, con l’obiettivo di mettere al centro della ripartenza il territorio e le sue identità.
Qual è lo stato di conservazione delle opere recuperate durante l’emergenza sisma Centro Italia? Dove sono ricoverate oggi? Qual è il piano di recupero e il programma di rientro delle opere nei territori? Quale piano di valorizzazione del patrimonio artistico si intende mettere in piedi nell’area cratere?
COMUNI RICICLONI: Era il 1994 quando nelle Marche veniva realizzata la 1° edizione di Comuni Ricicloni, il premio ideato da Legambiente per valorizzare e premiare le amministrazioni virtuose e condividere le buone pratiche nel settore dei rifiuti. Grazie a questa iniziativa, moltissimi passi avanti sono stati fatti nelle Marche, raggiungendo risultati straordinari che vedono oggi la media regionale di raccolta differenziata al 70%. Si tratta, però, di una vittoria parziale della comunità marchigiana, visto che il livello di produzione pro capite dei rifiuti è ancora molto alto, manca il passaggio definitivo alla tariffa puntuale e sono quasi completamente assenti gli impianti necessari per gestire i materiali recuperati.
A che punto è la pianificazione degli impianti necessari alle Marche per gestire internamente, il più possibile, i propri rifiuti (ad esempio gli impianti per la gestione della frazione organica)? Quali azioni intende mettere in campo la Regione Marche per dare gambe alla strategia dell’economia circolare?
BEACH LITTER/SPIAGGE E FONDALI PULITI: Secondo l’ultimo rapporto di Legambiente “Beach Litter”, che si occupa di monitorare la presenza di rifiuti spiaggiati, il 90% dei rifiuti è composto da plastica. Grazie anche al monitoraggio svolto dai volontari dell’associazione ambientalista, le Regione Marche si è dotata della prima legge a livello nazionale, n.204/18, per contrastare il fenomeno dei rifiuti presenti in mare e nelle spiagge che prevede un tavolo tecnico per trovare misure e soluzioni a questo dannoso fenomeno.
A che punto sono i lavori del tavolo regionale? Quali azioni si stanno mettendo in campo per risolvere il problema e difendere la biodiversità del mare?
La salvaguardia della biodiversità e le battaglie per le aree protette: Era il 7 ottobre 1984 quando una grande marcia a sostegno del verde e del Parco del Conero vide scendere in strada tantissimi cittadini e associazioni che si sono battuti affinché quell’area diventasse bene comune. Legambiente negli anni ha continuato a lottare per la difesa del patrimonio naturale e si è continuata a battere anche per l’istituzione delle aree marine protette previste dalla legge. Nonostante i tanti appelli e le tante iniziative, la situazione dei parchi terrestri è andata via via peggiorando nel corso degli ultimi anni, tra mancanza di risorse e di obiettivi politici, e le aree marine protette sono ferme al palo. Quali azioni sono previste a sostegno del mondo dei parchi? Quando finalmente si potranno vedere istituite le aree marine protette?
ENERGIE RINNOVABILI: L’associazione nasce proprio sulla battaglia per un diverso modello energetico, a partire dalla lotta contro il nucleare e le fonti fossili. Molte le iniziative a sostegno della transizione energetica, a partire dal grande impegno nei referendum contro il nucleare e quello contro le trivellazioni ma altrettante decisivo è stato l’accordo siglato tra Legambiente e Banche di Credito Cooperativo per sostenere investimenti a favore dello sviluppo di piccoli impianti alimentati a rinnovabili e per il risparmio energetico.
Vista la grande occasione di creare nuovo e sano lavoro sul territorio, considerati gli ecobonus e le opportunità di risanare il patrimonio edilizio del Paese, la Regione Marche e gli enti locali come pensano di stimolare il territorio ad andare in questa direzione?
Contro il consumo di suolo per contrastare il dissesto idrogeologico e il rischio erosione costiera: La battaglia contro il consumo di suolo ha da sempre contraddistinto l’azione associativa ed è stata al centro di dossier e pubblicazioni che hanno portato all’attenzione pubblica l’impatto dell’avanzata del cemento. Secondo lo studio presentato a bordo di Goletta Verde nel 2011, circa il 60% della costa è irreparabilmente urbanizzata; mentre secondo il Rapporto Ambiente Italia del 2016, oltre il 20% del litorale è a rischio erosione con un fenomeno in espansione. Oltre a questi dati va ricordato che il 99% dei comuni marchigiani è interessato dal rischio idrogeologico. Quali azioni intendono mettere in campo la Regione e i Comuni per fermare definitivamente il consumo di suolo e lavorare per mitigare il rischio idrogeologico nelle Marche? Quali e quanti risorse verranno messe a disposizione dei territori per rafforzare i percorsi virtuosi e buone pratiche come i contratti di fiume?