Ascoli - Quest’anno, per la prima volta, non c’è stata la partecipazione di cittadine e cittadini alle celebrazioni del 25 Aprile, ma solo la deposizione di una corona al Sacrario di Colle San Marco, alla presenza del Prefetto, del Sindaco e del Presidente provinciale Dell’Anpi, Pietro Perini.
Questo è il discorso che Pietro avrebbe rivolto a tutti i partecipanti.
“Buongiorno, a tutte e a tutti porgo i miei personali saluti e quelli dell’ANPI Provinciale di Ascoli Piceno ed un augurio particolare di buon onomastico a tutti i Marco. Vorrei ringraziare di cuore anche gli operai dell’Amministrazione Provinciale che anche quest’anno, nonostante il periodo che stiamo affrontando, si sono prodigati per rendere pulito ed accogliente il nostro Sacrario Partigiano.
Buon 25 Aprile.
Oggi è il 25 Aprile, oggi è il Compleanno di tutto il Popolo Italiano, oggi è il Compleanno della nostra Libertà. Siamo soliti chiamare questo giorno Festa della Liberazione dal nazifascismo ma quest’anno sento il bisogno di chiamarlo Ricordo della Liberazione dal nazifascismo. Non mi va di usare il termine Festa quando intorno a me non vedo altro che desolazione e disperazione. Non può essere una Festa quando contemporaneamente si piangono migliaia di vittime assassinate da questo virus micidiale. Non può esserci Festa quando milioni di persone sono in ansia per il loro futuro economico e lavorativo.
Non può esserci Festa quando un figlio non può accompagnare il proprio genitore nei suoi ultimi attimi di vita, quando un nipote ha salutato il proprio nonno con un ciao senza sapere che sarebbe stata l’ultima volta che lo avrebbe visto o peggio quando un genitore ha dovuto fare la stessa cosa con il proprio figlio. Non possiamo fare Festa quando intorno a noi accade tutto questo. In questi mesi non solo abbiamo perso dei nostri cari. In un solo attimo abbiamo perso migliaia di carezze e di baci di nonni che vivevano solo per i loro nipoti, di genitori che vivevano per i loro figli, di mamme che a qualsiasi età erano pronte a chiamare i loro figli “ il mio bambino”. Se ne è andato un intero patrimonio perché la maggior parte di coloro che non ci sono più sono degli anziani.
Con loro se ne va un patrimonio di saggezza, di buoni consigli, di aiuti disinteressati, di insegnamenti, di esempi. Abbiamo perso in un colpo solo migliaia di guide, di persone sempre pronte a dirci quale fosse il modo migliore di vivere le nostre esistenze, consapevoli dei loro sbagli e dei loro errori che non avrebbero mai permesso a noi di commettere di nuovo. E se ne sono andati nel modo più crudele, senza che noi potessimo accompagnarli fino in fondo alla loro strada, senza aver potuto piangere vicini alle loro spoglie, senza un fiore sulle loro bare. No, non me la sento proprio di festeggiare ma, nonostante tutto, proprio perché sarò sempre fedele agli insegnamenti dei miei genitori, in questo giorno sento altresì impellente il bisogno di Ricordare. Ed allora ricordo questo 25 Aprile, il 75° Compleanno della nostra Libertà, il Compleanno degli Italiani.
Tutto iniziò con una scelta! All’indomani dell’8 settembre del 1943, dopo un ventennio di dittatura nazifascista, gli italiani si divisero tra coloro che vollero rimanere al fianco dell’invasore tedesco e la dittatura fascista e chi decise di combattere questi virus maligni per riappropriarsi di una Libertà perduta da tempo. Questa scelta fece la differenza tra carnefici e vittime, questa scelta fece in modo che germogliasse quel seme che avrebbe contribuito, a costo di sangue, tanto sangue, a rendere la nostra Italia un Paese finalmente Libero e Democratico: nasceva così la Resistenza, la Madre della nostra Libertà, della nostra Democrazia e della nostra Costituzione.
In quel 1943 accadde una cosa che non si sarebbe mai più ripetuta: il nemico era uno, era grande, potente, sembrava addirittura invincibile, si chiamava nazifascismo, i nostri Partigiani dimenticarono di essere comunisti, democristiani, monarchici, anarchici, repubblicani, qualcuno dimenticò persino di essere stato un fascista, e si ricordarono, tutti insieme di essere semplicemente Italiani, Italiani antifascisti. Fu l’UNITA’ la grande forza della Resistenza. Chi combattè il virus del nazifascismo, aveva le idee molto chiare su quello che stava facendo, su quello che lo spingeva a rischiare anche il sacrificio più estremo: era un’inarrestabile, sconfinata sete di Giustizia e Libertà. Due anni più tardi, il 25 Aprile del 1945, l’Italia fu finalmente liberata dal giogo nazifascista.
La Resistenza aveva vinto. Quel virus che aveva infettato il mondo era stato sconfitto e quella vittoria sfociò nella nostra Democrazia, nella nostra Repubblica e nella nostra Costituzione, le basi per costruire una nuova Italia, una nuova Nazione e una nuova Società nella quale far vivere e prosperare le nuove generazioni, un Paese forgiato da giusti per i giusti. Tutto questo è stato presto dimenticato da moltissimi italiani!
Siamo uno strano popolo noi italiani. Il 25 Aprile rappresenta per noi quello che rappresenta il 4 Luglio per gli americani o il 14 Luglio per i francesi ma non ho mai sentito un americano o un francese dire di essere contento di non poter ricordare una di queste ricorrenze al contrario, invece, ho avuto modo di leggere tantissimi commenti di certi personaggi (vedi la russa, mussolini, santanchè, salvini, meloni, sallusti & C.) compiaciuti del fatto che questo virus non permettesse di ricordare il 25 Aprile come si è sempre fatto; gli stessi personaggi che recitano l’Ave Maria in diretta streaming, si raccomandano alla Madonna e sbandierano il Rosario per poi maledire e odiare visceralmente il nostro Papa Francesco.
E’ come se si maledisse il giorno che si è nati, come se si maledissero i propri genitori! Quando questo maledetto virus ha iniziato a scombussolare le nostre vite, ci siamo immediatamente preoccupati dei campionati di calcio, di non poter più andare allo stadio o di non poter più seguire la squadra del cuore in tv. Poi, improvvisamente, abbiamo scoperto i nostri eroi, i nuovi eroi. Li abbiamo scoperti, nascosti come erano nelle loro caserme, nei loro ospedali. Medici, infermieri, poliziotti, vigili del fuoco, carabinieri, finanzieri, esercito: improvvisamente ci siamo accorti di quanto fosse prezioso il loro lavoro, di quanto fosse indispensabile.
Allora abbiamo trasferito gli applausi che fino a ieri avevamo tributato ai miliardari del calcio a questi nostri nuovi eroi che di miliardi non ne hanno ma che per il lavoro che fanno dovrebbero averne molti di più dei vari Ronaldo & C., senza nemmeno accorgerci che questi eroi, nuovi non lo sono per niente perché lo sono sempre stati, con il loro lavoro che li impegna da sempre, 365 giorni l’anno. In passato usavamo offenderli, deriderli e perfino malmenarli. Ci siamo accorti anche di quanto sia vulnerabile la nostra Libertà, di quanto non sia così scontato che questo bene prezioso sia ormai acquisito per sempre. Il virus ci ha dato un piccolissimo assaggio di perdita della Libertà. Siamo chiusi in casa da due mesi e già ci lamentiamo di non poter uscire , di non poter passeggiare, di non poter guidare l’auto.
Oggi ricordiamo la nostra Liberazione dal nazifascismo che ha privato gli italiani della loro Libertà per 20 anni con la differenza che allora fuori di casa c’erano la guerra, la fame, le deportazioni, le fucilazioni, l’esilio, il confino, le torture, i campi di concentramento, c’era la morte! Ma di tutto questo ci siamo già dimenticati e abbiamo fatto in modo che il nazifascismo, travestito da populismo e sovranismo, tornasse a far parlare di sé! In questi giorni si parla di una severa lezione che questo virus ha impartito a tutta l’umanità, di una immane tragedia che non scorderemo mai e che cambierà profondamente le nostre abitudini e il nostro modo di concepire l’esistenza del genere umano; è come se la Terra avesse deciso di ribellarsi ai nostri soprusi, alle nostre avidità.
Sarà veramente così?
Riusciremo a fare in modo di non precipitare di nuovo tra gli ingranaggi di una vita dai ritmi scanditi esclusivamente dal Dio denaro? Riusciremo a capire finalmente quali sono in realtà le cose che contano veramente nella vita di una persona e a prodigarci perché assumano sempre più le proporzioni di beni primari? Avere rispetto del nostro Pianeta, aiutare il nostro prossimo, investire nella salute, nella scuola, creare posti di lavoro che consentano a tutti di condurre una vita degna di questo nome ,non combattere guerre, riappropriarci di quei valori che abbiamo smarrito: famiglia, rispetto, educazione!! Capiremo finalmente che per raggiungere dei grandi traguardi la nostra arma più potente è rappresentata dalla nostra Unità? La stessa Unità che 75 anni fa ci rese donne e uomini Liberi! Riusciremo finalmente ad impegnarci tutti per lasciare ai nostri giovani, in eredità, un mondo che sostituisca completamente questo schifoso che stiamo preparando loro? Ci basterà veramente questa lezione, questa immane batosta per invertire la rotta? Ho un grande e fortissimo dubbio ed esso è rappresentato ancora una volta dalla nostra Memoria! Spero tanto di sbagliarmi!
Viva la Libertà!”
Pietro Perini.