Ascoli - La Squadra Mobile della Questura di
Fermo unitamente alla Squadra Mobile di Ascoli Piceno in data odierna
ha dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare in carcere
emesse del GIP di Fermo, su richiesta della Procura fermana per il
reato di cui all’art. 575 e 56 del codice penale (tentato
omicidio), 582 e 585 (lesioni personali aggravate).
La misura fa seguito alla incisiva e
simultanea attività di indagine condotta dalla Polizia di Stato dopo
un l’efferato fatto di sangue verificatosi a Fermo il 31 gennaio di
quest’anno allorquando un cittadino di origine straniera veniva
gravemente ferito da numerosi colpi d’arma da taglio inferti con
una Katana, uno dei quali gli recideva l’arteria femorale tanto da
procurargli un arresto cardiaco. Il ferito veniva poi successivamente
trasportato, date le sue gravissime condizioni, presso L’Ospedale
“Le Torrette” di Ancona ove veniva rianimato e nella nottata
sottoposto ad un delicato e lungo intervento chirurgico nel reparto
di chirurgia d'urgenza.
Dei tre autori della spedizione, uno era stato subito fermato, a seguito del rocambolesco inseguimento in auto avvenuto nei comuni di Grottammare e di San Benedetto del Tronto, e condotto in carcere presso il quale gli era stata notificata la misura cautelare.
Nella stessa circostanza gli altri due
autori dell’aggressione erano riusciti a fuggire scavalcando la
massicciata ferroviaria rendendosi irreperibili; tra i fuggitivi, uno
era proprio il soggetto che aveva inferto il colpo che poteva causare
la morte della vittima.
Immediatamente dopo il tentato
omicidio, le Squadre Mobili hanno battuto a tappeto il territorio
alla ricerca dei due autori dell’efferato delitto che avevano fatto
perdere le proprie tracce, la fuga dei quali è stata coperta per
giorni da alcuni soggetti che hanno anche diffuso notizie false sulla
loro partenza per altre zone.
Le ricerche della Polizia di Stato si sono rivolte subito verso i confini dello Stato, interessando tutte le Zone della Polizia di frontiera, marittima, terrestre e aeroportuale, trasmettendo le fotografie dei due fuggitivi per la loro cattura nel caso avessero tentato di varcare i confini nazionali.
Tutte le Squadra Mobili della
Repubblica sono state allertate perché i due soggetti erano stati
identificati, in precedenza, in varie città del Nord e Centro
Italia.
Sono state analizzate le immagini degli impianti di videosorveglianza cittadina dei luoghi dove è avvenuto il gravissimo fatto di sangue, delle località dove la Polizia sapeva che potessero contare su amicizie per sottrarsi alla giustizia; centinaia di ore di immagini analizzate.
Sono state sottoposte a verifica tutte le segnalazioni di cittadini che riferivano di aver visto i due latitanti passare presso una stazione ferroviaria, in un esercizio pubblico, per una strada, ma senza risultati positivi.
La località di Lido Tre Archi, costantemente controllata dalle forze dell’ordine e nella quale avevano spesso trovato riparo, non poteva essere per loro più un luogo sicuro.
Ma il personale delle due Squadre
Mobili non si è mai perso d’animo.
La perfetta sinergia operativa con la
Squadra Mobile di Ascoli Piceno, i controlli costanti e le mirate
tecniche investigative, hanno consentito di focalizzare dapprima il
comune di Grottammare, ove si erano nascosti e successivamente anche
l’abitazione ubicata a nord della città, il palazzo dove avevano
trovato rifugio nella vana attesa che la Polizia di Stato si
arrendesse e potessero allontanarsi dal territorio marchigiano
tentando di espatriare, anche in considerazione dello stato di
clandestinità dei due soggetti.
Questa mattina, alle ore 7.00, è scattato il blitz degli operatori delle due Squadre Mobili che si sono recati sul luogo individuato e, dopo essersi introdotti nell’abitazione, riuscivano a rintracciare i latitanti che in un primo momento tentavano di darsi alla fuga rifugiandosi sul tetto.
Tuttavia il tentativo veniva
immediatamente stroncato dall’intervento degli operatori che
procedevano all’arresto di A.S. e A.M rispettivamente di 44 e 30
anni, fratelli di nazionalità tunisina, come detto, clandestini sul
territorio nazionale.
All’interno dell’abitazione venivano inoltre individuati il proprietario dell’appartamento rifugio, un cittadino italiano pregiudicato ed una cittadina rumena anch’essa pregiudicata, fidanzata di uno dei due latitanti.
Entrambi sono stati deferiti all’A.G. per favoreggiamento personale.
Gli arrestati sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Fermo a disposizione dell’A.G.
L’attività odierna ha consentito, in breve tempo, di assicurare alla giustizia i tre pericolosissimi criminali particolarmente inclini all’uso delle armi e gravitanti nel mondo dello spaccio di stupefacenti.