Ascoli - Alle 3.36 del 24 agosto 2016 si consumava una tragedia impensabile: il terremoto devasta in particolare Amatrice, Accumoli, Pescara del Tronto e Arquata del Tronto. In questi territori la sintesi di questa gravità è rappresentata da 299 morti. Dietro le storie umane di depressione, di riscatto, di impotenza, di speranza (oggi possiamo dire mal riposta) nella ricostruzione.
In questi link il ricordo, perché non ci piace il rito che pure fa parte della vita dell'umanità
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Ma quello che a nostro avviso è urgente e ineludibile, almeno perché queste morti e le successive storie di vita non siano vane, è come andare avanti. Ora, spogliando da ogni colore politico le idee e i contributi per conseguire un risultato reale, vogliamo prendere in considerazione nella sua essenza quello che consideriamo un concetto chiave per andare concretamente avanti.
Il tema viene sollevato da Marco Fioravanti, ancora presidente del Consiglio comunale di Ascoli Piceno: chiedere la deroga alla legge sulla concorrenza europea. Poi Il segretario della Cgil Maurizio Landini in una visita ad Arquata del Tronto ritiene necessarie leggi speciali per ricostruire.
Il tema della deroga alla legge sulla concorrenza europea lo abbiamo approfondito con giuristi e con ufficiali della Guardia di Finanza.
E', secondo chi l'ha proposta, l'unica possibilità per superare le 82 ordinanze commissariali sul post terremoto e la relativa burocrazia che ingessa la ricostruzione.
L'idea di chiedere una deroga all'Unione Europea nasce dal presupposto che nei territori del centro Italia devastati dal terremoto occorre ricreare immediatamente economia e posti di lavoro per recuperare coesione sociale e psicologica.
E' ormai sancito che l’innovazione del diritto avviene quando dal basso intervengono le necessità dei popoli e quindi si rende necessaria l’evoluzione delle leggi per dare risposta ai dettami della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e per il raggiungimento degli obiettivi principi di coesione e uguaglianza tra i cittadini in essa contenuti.
Per rendere efficace e veloce la ricostruzione dobbiamo superare la giungla di leggi, leggine e circolari per la cosiddetta sburocratizzazione.
Occorre adeguare il concetto di emergenza non all’esclusivo accadimento della scossa sismica con il relativo sciame sismico. In realtà l’emergenza prosegue fino al ristabilimento della normalità di vita delle popolazioni colpite, poiché fino a quando una famiglia non rientrerà in una normale abitazione non vivrà una vita normale, fino a quando non avrà ristabilito relazioni umane che contribuiscono al recupero psicologico non vivrà una vita normale, ma emergenziale.
In una fase emergenziale, è necessario ricorrere a leggi speciali per il cratere sismico del centro Italia. Per fare questo, è improrogabile agire per conseguire una deroga alla legge dell'Unione Europea sulla concorrenza: soltanto così si potrà permettere di far lavorare alla ricostruzione le imprese locali creando uno sviluppo diretto dell'economia nei luoghi disastrati dal sisma, evitando lo spopolamento delle aree interne e quelle direttamente contigue.
Già in queste prime fasi iniziali di ricostruzione nel centro Italia, sono state individuate dalla Procura Antimafia di Ancona alcune infiltrazioni mafiose.
Con
la deroga alla legge sulla concorrenza dell'Unione Europea si possono
bloccare le infiltrazioni mafiose poiché le imprese del luogo sono
trasparenti, sono verificate annualmente dalla Guardia di Finanza e
quindi si conoscono le loro partecipazioni societarie e le loro
attività nel tempo.
In considerazione delle norme europee sulla concorrenza, per la prima volta si intende affrontare un tema che non rientra nei cosiddetti Aiuti di Stato. Occorre quindi inviare preliminarmente al Consiglio dell'Unione, che emana i regolamenti e le direttive, affrontando anche i temi della concorrenza, la richiesta che il Governo italiano pone in tema di situazioni d’emergenza come le calamità naturali, tra queste in particolare il terremoto con le sue conseguenze, così pure al Commissario europeo per la concorrenza, al quale fa capo la Direzione generale per la concorrenza.
Superando altresì uno degli elementi di disputa con l’Unione Europea che è il difetto di notifica da parte dell’Italia nel caso di provvedimenti nazionali per gli Aiuti di Stato.
Oggi si vuole affrontare l’emergenza terremoto da due punti di vista con relativi vantaggi.
Il primo, per quanto concerne il sisma del centro Italia del 24 agosto 2016, è quello legato alla prevenzione delle infiltrazioni mafiose che intendono acquisire le risorse previste per la ricostruzione post sisma. Sono già state individuate da parte della Procura Antimafia di Ancona alcune situazioni.
Il secondo è la rinascita del tessuto sociale ed economico nell’area del cratere sismico profondamente frantumato sia da aspetti psicologici che socioeconomici.
C’è
un modo esaustivo per dare risposta a questo stato di cose: una
deroga alla Legge sulla concorrenza dell’Unione Europea.
Una deroga atta a consentire che ad occuparsi della ricostruzione post sisma siano le stesse imprese dei territori colpiti costituite da donne e uomini di questa parte d’Italia ora in ginocchio.
Quanto al tema della prevenzione delle infiltrazioni malavitose, di fatto le imprese di questi territori sono costantemente monitorate dalla Guardia di Finanza nelle zone del cratere. Quindi sono imprese che si conoscono da parte dello Stato e dei suoi controllori. Sono quindi imprese trasparenti e spurie da cointeressenze malavitose.
Quanto alla rinascita sociale delle zone del cratere sismico si darebbe immediatamente respiro all’economia di questi luoghi creando nuova occupazione e quindi aumento del Pil.
Questi territori non vogliono assistenzialismo, cioè Aiuti di Stato. Ci sono uomini e donne che vogliono lavorare in prima persona per ricostruire la propria vita, le proprie relazioni sociali nei luoghi spezzati dal terremoto. Queste popolazioni non vogliono essere detassate, anzi vogliono pagare più tasse permettendo loro di lavorare di più.
Questo
stato d’animo e questa volontà rientrano nel principio così
invocato dall’Unione Europea che è la Coesione: Per
promuovere uno sviluppo armonioso dell'insieme dell'Unione, l'Unione
europea rafforza la sua coesione economica, sociale e territoriale.
In particolare, l'Unione mira a ridurre il divario tra i livelli di
sviluppo delle sue varie regioni. Tra le regioni interessate,
un'attenzione speciale è rivolta alle zone rurali, alle zone
interessate da transizione industriale e alle regioni che presentano
gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici, quali le regioni
più settentrionali con bassissima densità demografica e le regioni
insulari, transfrontaliere e di montagna.
In sostanza si dà corpo al cosiddetto principio di eguaglianza, cardine della democrazia.
Perché l’Unione Europea dovrebbe accettare la richiesta del Governo italiano?
Innanzitutto, perché sono rispettati i patti europei sulla coesione. Secondo punto è la creazione di un Organismo di controllo della legalità nelle zone del cratere sismico, un patto per la legalità del quale faranno parte Guardia di Finanza e Anac (Autorità nazionale anticorruzione) insieme ad organizzazioni datoriali e sindacali. Un controllo analogo celere ed efficace svolto su parti, come le imprese locali, note agli organi di vigilanza dello Stato.
Il
trattato di Lisbona ha aggiunto una terza
dimensione: la coesione territoriale. Questo significa ricavare
il meglio delle forze di ogni territorio, in modo da contribuire allo
sviluppo sostenibile ed equilibrato dell'UE nel suo complesso.
Si tratta di pianificare congiuntamente un territorio e i suoi paesi
confinanti e di implementare soluzioni ottimali per questioni come i
trasporti, Internet ecc.
Quello che si sta chiedendo rientra nei principi stabiliti dalla “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea” che nel caso di situazioni d’emergenza debbono essere ristabiliti:
Articolo 1
Dignità umana
La dignità umana è
inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata.
Articolo
15
Libertà professionale e diritto di lavorare
1. Ogni persona ha il diritto di lavorare e di esercitare una professione liberamente scelta o accettata.
2. Ogni cittadino dell'Unione ha la libertà di cercare un lavoro, di lavorare, di stabilirsi o di prestare servizi in qualunque Stato membro.
3. I cittadini dei paesi terzi che sono autorizzati a lavorare nel territorio degli Stati membri hanno diritto a condizioni di lavoro equivalenti a quelle di cui godono i cittadini dell'Unione.
Articolo 31
Condizioni di lavoro giuste ed eque
Ogni lavoratore ha diritto a condizioni di lavoro sane, sicure e dignitose.
Articolo
33
Vita familiare e vita professionale
1. È garantita la protezione della famiglia sul piano giuridico, economico e sociale.
Articolo
36
Accesso ai servizi d'interesse economico generale
Al fine di promuovere la coesione sociale e territoriale dell'Unione, questa riconosce e rispetta l'accesso ai servizi d'interesse economico generale quale previsto dalle legislazioni e prassi nazionali, conformemente ai trattati.
Articolo
37
Tutela dell'ambiente
Un livello elevato di tutela dell'ambiente e il miglioramento della sua qualità devono essere integrati nelle politiche dell'Unione e garantiti conformemente al principio dello sviluppo sostenibile.
TITOLO
VII
Disposizioni generali che disciplinano l’interpretazione e l’applicazione della Carta
Articolo 52
Portata e interpretazione dei diritti e dei principi
1. Eventuali limitazioni all'esercizio dei diritti e delle libertà riconosciuti dalla presente Carta devono essere previste dalla legge e rispettare il contenuto essenziale di detti diritti e libertà. Nel rispetto del principio di proporzionalità, possono essere apportate limitazioni solo laddove siano necessarie e rispondano effettivamente a finalità di interesse generale riconosciute dall'Unione o all'esigenza di proteggere i diritti e le libertà altrui.
2. I diritti riconosciuti dalla presente Carta per i quali i trattati prevedono disposizioni si esercitano alle condizioni e nei limiti dagli stessi definiti.
3. Laddove la presente Carta contenga diritti corrispondenti a quelli garantiti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà fondamentali, il significato e la portata degli stessi sono uguali a quelli conferiti dalla suddetta convenzione. La presente disposizione non preclude che il diritto dell'Unione conceda una protezione più estesa.
4. Laddove la presente Carta riconosca i diritti fondamentali quali risultano dalle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri, tali diritti sono interpretati in armonia con dette tradizioni.
5. Le disposizioni della presente Carta che contengono dei principi possono essere attuate da atti legislativi ed esecutivi adottati da istituzioni, organi e organismi dell'Unione e da atti di Stati membri allorché essi danno attuazione al diritto dell'Unione, nell'esercizio delle loro rispettive competenze. Esse possono essere invocate dinanzi a un giudice solo ai fini dell'interpretazione e del controllo di legalità di detti atti.
6. Si tiene pienamente conto delle legislazioni e prassi nazionali, come specificato nella presente Carta.
7. I giudici dell'Unione e degli Stati membri tengono nel debito conto le spiegazioni elaborate al fine di fornire orientamenti per l'interpretazione della presente Carta.
Come si può facilmente
comprendere, in questi punti di carattere generale rientra
puntualmente quello che si sta chiedendo in materia di Deroga
alla legge sulla concorrenza dell’Unione Europea che,
per conseguenza logica e giuridica, ricadrà sulla
nuova lettura del Codice degli Appalti.
In
una situazione di drammatica emergenza non creiamo concorrenza sleale
verso imprese olandesi, francesi, tedesche o del nord Italia etc.
Sono i territori del cratere sismico ad aver subito il dramma
sociale, umano, economico e di spopolamento delle aree interne.