Matrimonio civile tra ergastolano camorrista e la sua fidanzata al carcere di Marino del Tronto

Matrimonio civile tra ergastolano camorrista e la sua fidanzata al carcere di Marino del Tronto

La struttura penitenziaria voluta dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, declassata da supercarcere, ha molte carenze. Agitazioni del personale di polizia penitenziaria che da un anno non ha straordinari pagati ma è sottoposto a turni massacranti essendo sotto organico di 40 unità, con alloggi di servizio senza docce e  condizionatori funzionanti. Il supercarcere di Ascoli Piceno è stato testimone con i suoi "ospiti" di rango criminale, della vita del Paese. da Totò Riina a Raffaele Cutolo, da Ali Agca a Giovanni Senzani. 

Ascoli - Martedi 25 giugno è una giornata particolarissima per il carcere di Marino del Tronto: per la prima volta nella sua storia all'interno delle struttura carceraria, nel pomeriggio, sarà celebrato il matrimonio di un detenuto, ma non uno qualsiasi. Si tratta di un camorrista napoletano condannato all'ergastolo per l'articolo 416 bis (associazione di stampo mafioso).

L'uomo è rinchiuso in una cella della sezione AS (Alta sicurezza) e convolerà a nozze con l'attuale fidanzata secondo il rito civile. All'interno del carcere è previsto un piccolo rinfresco. La cerimonia è stata autorizzata dal Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria). Il carcere di Ascoli Piceno è stato declassato da Supercarcere, quale era nato, e all'interno della struttura c'è una situazione incandescente dal punto di vista sindacale da parte degli agenti di polizia penitenziaria. Molte le manifestazioni di protesta nei confronti dell'Amministrazione che fino ad ora non hanno sortito effetti.

C'è un sotto organico di circa 40 agenti con 6 reparti attivi. Non vengono pagati gli straordinari da un anno e i turni sono massacranti. Appena qualche giorno fa c'è stata una rivolta nel reparto penale perché era stata negata una telefonata ad un camorrista che voleva chiamare i familiari. Una ventina di detenuti hanno incendiato carta durante la giornata fino a tarda notte, hanno gettato fuori dalle celle frutta e altri oggetti, sbattendo contro le porte blindate.

Intanto gli agenti non residenti in zona e che vivono all'intero di alloggi di servizio della struttura demaniale continuano da un anno a pagare la retta ma non hanno né docce né condizionatori funzionanti.

Ora qualcuno a Roma ipotizza che il carcere di Marino del Tronto potrebbe tornare a fregiarsi del titolo di Supercarcere perché dopo i molti arresti di criminali di alto rango eseguiti dalle Forze dell'ordine negli ultimi tempi, a partire dai Casamonica, la struttura ascolana con adeguate ristrutturazioni potrebbe supplire a queste necessità.

Il supercarcere di Marino del Tronto ha segnato con le sue storie negli anni la vita del nostro Paese. Una struttura voluta fortemente dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa nei primi anni ‘80.

Al suo interno Raffaele Cutolo sostenne di aver ricevuto rappresentati dello Stato per una trattativa che doveva cercare di salvare Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, che era stato sequestrato dalla Brigate Rosse in un agguato nel quale fu trucidata la sua scorta, il 16 marzo 1978 in via Mario Fani a Roma. Ma, come tutti sappiamo, non si ebbe un esito positivo. Raffaele Cutolo, capo della Nuova Camorra Organizzata, avrebbe dovuto fungere da mediatore con le Brigate Rosse per la liberazione dello statista italiano il cui cadavere fu poi trovato all'interno di una Renault 4 di colore rosso alle ore 13,15 di mercoledì 9 maggio 1978 in via Caetani, sempre a Roma. E all'interno della struttura ascolana hanno soggiornato elementi di spicco della mafia come Pippo Calò, il cassiere di Cosa Nostra.

Fece scalpore l'omicidio di Albert Bergamelli, detto il Marsigliese, che il 31 agosto del 1982 Bergamelli venne ucciso con un da Paolo Dongo, un detenuto "comune", appartenente alla cosiddetta Banda dei Genovesi e poi politicizzatosi in carcere e divenuto seguace della frazione brigatista capeggiata da Giovanni Senzani, anche lui “ospite del supercarcere di Marino del Tronto. Senzani partecipò al rapimento di Roberto Peci, sequestrato il 12 giugno del 1981 a San Benedetto del Tronto. Tra i “politici” anche Mario Moretti (Br) e Giusva Fioravanti (Nar).


E c'è un elenco di altri personaggi che hanno caratterizzato la storia di questa struttura penitenziaria:
Ali Agca, l’ex terrorista turco, il “lupo grigio” che provò a uccidere Papa Giovanni Paolo II. I mafiosi. Primo tra tutti il boss Totò Riina. Con le prime udienze in videoconferenza. Poi Leoluca Bagarella, Michele Zagaria, Totuccio Contorno e Giovanni Farina, il boss di Casal di Principe, Francesco Schiavone, conosciuto come Sandokan, Michele Zaza.