Ascoli - Ascolto & Partecipazione,
pur dicendo che ognuno è libero di decidere cosa fare, ha dato un’indicazione
chiara per il ballottaggio del prossimo 9 giugno: l’astensione dal voto alle
destre. Sul tema la posizione solitaria di Pietro
Perini. “Sono Perini presidente dell’Anpi,
ma stasera sono in veste di Pietro Perini figlio del comandante partigiano
Spartaco Perini”, ha precisato nel suo discorso.
Un intervento scritto e letto nella sala della libreria Rinascita, forse
intempestivo, vista la chiara immagine data appena prima da Graziano Bachetti, candidato di Ascolto
& Partecipazione, che aveva stigmatizzato: “Molti dicono che quella di Celani è una destra moderata. Io sorrido,
perché uno che porta qui in campagna elettorale la Mussolini francamente non
riesco a capire che cosa ci sia di moderato”. In sintesi, Perini ha detto
di essere angosciato in coscienza se partecipare o meno al voto e aveva deciso
per la seconda ipotesi. Così, offrendo al pubblico un’immagine “da incidente stradale”,
ha detto che forse era meglio “essere
investito da un furgone (Celani, ndr)”, quindi votarlo, piuttosto che da un
tir (Fioravanti, ndr). Ha aggiunto: “ci è
rimasta una sola cartuccia da sparare, cerchiamo di non sprecarla. Per un
giorno, un solo giorno scordiamoci di essere Ascolto &
partecipazione, Pd, Liberi e Uguali, Articolo 1, per un giorno facciamo in modo
di essere tutti e soltanto antifascisti, dall’altra parte amici sono tornati i
fascisti”.
A questo punto Gegè (Argeo) Polloni, ha rincarato la dose ricordando a Perini che “io non me la sento di votare i fascisti, come non me la sento di votare il fascista Celani contro il quale facemmo una manifestazione il 18 giugno di tanti anni perché si rifiutava di dare la denominazione ad Ascoli città medaglia d’oro per la resistenza, mentre insieme al suo fascista assessore alla cultura l’aveva chiamata medaglia d’oro al valore militare e ci volle tanto perché riconoscesse nella dicitura “per attività partigiane”.
Tanti anni fa, ma tanti, presso il Palazzo Malaspina si era costituito un comitato antifascista e facemmo tante attività, oggi è obbligatorio ripercorrere quella strada”.
“C’è la necessità di proseguire nelle nostre attività. – dice Walter Sfratato - Occorre ricucire la situazione che si è creata. Eravamo partiti per riunificare il centrosinistra, per battere le destre. Ora c’è la necessità di far comprendere che abbiamo delle proposte migliori di quelli che hanno vinto. L’associazione darà man forte ai consiglieri che non saranno lasciati soli in Consiglio comunale”.
“Il 60% degli elettori ha scelto le destre: fa pensare - dice Emidio Nardini – Hanno governato, male, negli ultimi 20 anni ed hanno preso lo stesso tanti voti. È stato un voto ideologico, ci si coalizza contro; ridare il consenso agli stessi e a chi ha governato male mi fa pensare che sono stati lasciati soli, e su questo la sinistra dovrebbe riflettere, si è persa la convinzione che la politica possa cambiare le cose. Sono cittadini separati, è come pensare solo a sé stessi, non si è riuscito a mantenere un’identità di condivisione e di comunità, prevale il detto mors tua vita mea, invece occorre battersi per vita tua vita mea”.
C’è la possibilità di
fare politica in un altro modo, spesso all’interno dello stesso schieramento ci
sono lotte più cattive che tra schieramenti opposti. Molte persone sono tornate
a votare perché hanno percepito questo modo di fare politica diversamente, penso sia compito di questa
associazione dare subito sponda a chi si è riconosciuto nel nostro
discorso senza tradimenti e
senza fare i furbetti, cosa che sicuramente non faremo. Dobbiamo cercare di
dare subito spazio a chi vuole agire per il bene comune. Queste destre se le
daranno di santa ragione, non è detto che duri 5 anni questo consiglio, noi
porteremo avanti situazioni che saranno coordinate con tutto il gruppo: Occorre
creare una giunta fantasma e
chiameremo a rispondere delle cose promesse e non realizzate”.
“Molte
le iniziative sulla democrazia partecipativa. – dice Stefano Odoardi - Si inizierà
con corsi di formazione come quelli che da tempo organizza il prof. Di Marco
per capire il modo più efficace per affrontare queste pratiche.
È una priorità. Organizzeremo comitati di quartiere anche se non verranno istituzionalizzati a livello amministrativo. Poi elaborare un bilancio ombra per verificare strade alternative a quelle applicate nell’utilizzo dei fondi comunali. La prima iniziativa sarà un incontro con una rappresentata del comitato nazionale per la proposta di legge sui beni comuni”.