Ascoli - Sbloccare e velocizzare l’iter della ricostruzione nei
territori martoriati dal sisma, favorendo l’affidamento dei lavori
alle imprese locali per scongiurare al tempo stesso il pericoloso
rischio di infiltrazioni mafiose. È quanto compare nel contenuto
dell’interrogazione già presentata dall’onorevole GiorgiaLatini (Lega) e che sarà rafforzata anche da un emendamento che verrà
presentato nel decreto Sblocca Cantieri in Senato grazie al lavoro
congiunto con i parlamentari Francesco Acquaroli e Francesco
Lollobrigida (FdI).
Un tema sostenuto da diversi mesi da
Marco Fioravanti (febbraio 2019), candidato sindaco della
coalizione di centrodestra, tanto che lo stesso segretario
nazionale della Cgil Maurizio Landini, nella recente visita ad
Arquata del Tronto, ha invocato leggi speciali.
Lega e
Fratelli d'Italia si sono immediatamente attivati.
«Chi
ha subìto da vicino il dramma terremoto chiede fatti concreti, sono
trascorsi quasi tre anni dal tragico sisma del 24 agosto 2016 e non è
più ammissibile assistere ancora oggi a ritardi e rinvii nel
delicato processo di ricostruzione di queste aree» spiegano.
«Dobbiamo rendere più veloci, snelle e soprattutto efficaci le
operazioni volte alla rinascita dei nostri territori: la situazione
di emergenza non è terminata con la fine dello sciame sismico, ma
proseguirà fino al definitivo ritorno alla normalità per tutte le
popolazioni martoriate dal sisma. E in questa fase emergenziale
bisogna necessariamente ricorrere a leggi speciali per dare una
vigorosa sterzata a questa situazione di impasse. È fondamentale
pertanto agire in deroga alla legge dell’Unione Europea sulla
concorrenza, permettendo l’affidamento diretto delle attività di
ricostruzione a imprese locali.
Si raggiungerebbe così un duplice
risultato: si eviterebbe il pericolo di presunte infiltrazioni
mafiose, già riscontrate dalla Procura Antimafia di Ancona,
affidandosi a imprese locali trasparenti e di fiducia e annualmente
sottoposte a rigidi controlli da parte della Guardia di Finanza e
dell’Anac. Secondo risultato, di fatto nevralgico, si genererebbe
un indotto diretto per l’economia dei territori distrutti dal
sisma, garantendo occupazione ai lavoratori locali ed evitando al
tempo stesso il rischio di spopolamento delle aree interne e montane.
Solo in questo modo si potrà davvero pensare a una rinascita dei
luoghi colpiti dal terremoto, risollevando la loro economia e
favorendo il recupero di un’intera comunità che da troppo tempo
aspetta solo di tornare alla normalità».