Franco Giorgi espulso dalla Libia ora è in stato di arresto in Italia su ordinanza del Gip di Ascoli Piceno emessa nell'agosto del 2016

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Franco Giorgi espulso dalla Libia ora è in stato di arresto in Italia su ordinanza del Gip di Ascoli Piceno emessa nell'agosto del 2016

Giorgi era detenuto in Libia dal 2015 per reati analoghi ma, ritenuto non colpevole, è stato espulso dal territorio libico e, attraverso l´intermediazione dell'ambasciata italiana a Tripoli, è stato affidato ad operatori del Servizio Centrale Operativo e del Servizio Immigrazione che lo stanno conducendo in Italia, in collaborazione con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia.

Roma - Personale della Polizia di Stato ha  rimpatriato dalla Libia di Franco Giorgi, 75 anni, ricercato in Italia perché colpito da un provvedimento restrittivo emesso nel 2016 dal G.I.P. del Tribunale di Ascoli Piceno, per reati in materia di armi.

L'ordine di arresto nei confronti di Giorgi era stato emesso dal Gip di Ascoli Piceno il 30 agosto 2016. Il valore delle armi fu stimato in 15 milioni di euro tra missili anticarro, mille pistole Rx cal. 9 millimetri, 45 fucili mitragliatori 'sniper', da cecchino, e poi giubbotti antiproiettile, munizioni, puntatori laser.

In particolare, il Giorgi avrebbe svolto un ruolo centrale nell'intermediazione per la compravendita di ingenti quantitativi di armi e munizioni, da far pervenire in Libia da altri paesi europei, e di materiali di armamento destinati alla Corea del Nord, all'Iraq, a Dubai ed al Libano. Per l´attività di intermediazione, svolta senza autorizzazione, l´uomo si sarebbe avvalso di specifici contatti, partecipazioni e rapporti diretti con società impegnate nella fabbricazione ed esportazione di armi.

Giorgi era detenuto in Libia dal 2015 per reati analoghi ma, ritenuto non colpevole, è stato espulso dal territorio libico e, attraverso l´intermediazione dell'ambasciata italiana a Tripoli, è stato affidato ad operatori del Servizio Centrale Operativo e del Servizio Immigrazione che lo stanno conducendo in Italia, in collaborazione con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia.



All'arrivo all'aeroporto di Ciampino, presso gli uffici della Polizia di Frontiera, è stato eseguito il provvedimento del Giudice italiano, a cui hanno partecipato militari dell'Arma dei Carabinieri che avevano svolto le indagini.