Ascoli - Uno stratagemma già noto alle Fiamme Gialle quello attuato da qualche rappresentante di organizzazioni sindacali per garantirsi una vecchiaia economicamente più tranquilla e portato alla ribalta mediatica alcuni anni fa da parte di una nota trasmissione televisiva.
Il “trucchetto” per aggirare la norma di riferimento, noto quale truffa ai danni dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, è tornato oggi di “attualità” nella provincia di Ascoli Piceno.
Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza, infatti, ha denunciato all’Autorità Giudiziaria un sindacalista per il reato di “Truffa ai danni dello Stato”, consentendo l’avvio delle procedure di confisca di quanto dallo stesso indebitamente percepito, in oltre 8 anni, dall’I.N.P.S., per circa 103.000 euro ed il conseguente “blocco” di futuri benefici pensionistici.
Determinanti sono stati i contributi di intelligence forniti dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie di Roma, che, all’esito di una approfondita analisi su una mole rilevante di dati ed elementi, ha consentito l’avvio dei riscontri operativi sull’ipotesi dell’indebita percezione di pensione integrativa da parte di un dipendente pubblico iscritto ad organizzazione sindacale.
Ed è in questo specifico ambito che gli accertamenti demandati al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ascoli Piceno, esperiti anche con il ricorso ai poteri istruttori attribuiti al Corpo dalla normativa antiriciclaggio, hanno ricostruito le ipotizzate irregolarità in capo al sindacalista, il quale, solo nell’ultimo anno di effettivo impiego, aveva ricevuto una consistente retribuzione per un'attività aggiuntiva, invero mai svolta.
Dalle
indagini, condotte
con le tecniche investigative di polizia giudiziaria e con il ricorso
a moduli ispettivi tipici della polizia economico-finanziaria - quali
l’analisi incrociata della documentazione acquisita presso gli
istituti bancari e l’INPS - è
risultato che il predetto compenso aggiuntivo (che variava dai 2.000
agli 8.000 euro mensili) non era mai stato di fatto corrisposto
all’interessato, ponendosi quindi su un piano di simulazione
artificiosa, finalizzata esclusivamente ad accrescere l’assegno
pensionistico che, come accertato dalle Fiamme
Gialle di
Ascoli Piceno, era così “lievitato”
di oltre 1.000 euro al mese.
L’attività in rassegna evidenzia la costante attenzione che la Guardia di Finanza ripone nel contrasto agli illeciti nel settore della spesa pubblica e delle uscite del bilancio dello Stato in maniera trasversale, riuscendo così non solo a recuperare le risorse finanziarie distratte dai responsabili degli stessi illeciti, ma anche a bloccare le future contribuzioni indebite non ancora erogate, a concreta testimonianza dell’efficacia di un’azione ispettiva volta ad impedire il perfezionamento delle attività delittuose.