Tutto era iniziato nel 2015 quando un nutrito gruppo di lavoratori, tutti dipendenti a tempo indeterminato della Cooperativa GDO Soc. Coop., si rivolsero al sindacato USB per denunciare la
situazione di sfruttamento, sia sotto il profilo degli orari e condizioni di lavoro, sia sotto l’aspetto economico, perpetrata nei loro confronti dalle Cooperative che, via via, gestivano lo smistamento
delle merci (food e no-food) presso i magazzini di Monteprandone (AP).
Ascoli - Il Giudice del Lavoro Tiziana D’Ecclesia ha in questi giorni emesso una sentenza che ha dichiarato illegittimo il licenziamento di 9 lavoratori dipendenti della Cooperativa GDO Soc. Coop. I
lavoratori erano assistiti dall’Unione
Sindacale di Base (USB) e dallo Studio Legale Avv. Francesco
Ciabattoni del Foro di Ascoli Piceno. La sentenza oltre a stabilire
la reintegra dei lavoratori ha anche deciso in loro favore il giusto
risarcimento.
Tutto era iniziato nel 2015 quando un
nutrito gruppo di lavoratori, tutti dipendenti a tempo indeterminato della Cooperativa GDO
Soc. Coop., si rivolsero al sindacato USB per denunciare la situazione di sfruttamento, sia sotto
il profilo degli orari e condizioni di lavoro, sia sotto l’aspetto economico, perpetrata nei loro
confronti dalle Cooperative che, via via, gestivano lo smistamento delle merci (food e no-food) presso i
magazzini di Monteprandone (AP). Ne seguivano incontri e trattative sindacali sfociati poi in
scioperi ampiamente partecipati, richieste d’intervento dell’Ispettorato, denunce alla
Guardia di Finanza e querele penali. Dopo alcuni mesi, nel maggio del 2015,
la GDO Soc. Coop. perdeva l’appalto in favore di altra Cooperativa che offriva loro condizioni
assolutamente deteriori per potere rimanere sul posto di lavoro: contratto a tempo determinato
di 6 mesi con una paga oraria di Euro 5,42 lordi.
Prendere o lasciare. Il tutto
contornato da una Conciliazione pretesa dalla Cooperativa cessante per sanare, con misere 100 euro, tutto
il pregresso. Circa 20/25 lavoratori su 100 allora
impiegati, decisero, assieme al sindacato, di non accettare le nuove condizioni non firmando nulla e
rivendicando il diritto a rimanere sul posto di lavoro alle stesse condizioni in essere in
applicazione della normativa in materia di trasferimento d’azienda
. Seguirono manifestazioni del sindacato
davanti ai magazzini per denunciare quanto stesse accadendo ma la Cooperativa procedette
ugualmente al loro licenziamento. Tutto questo accadde nel silenzio e nell’indifferenza più
totale del committente EuroSpin Spa che nel frattempo il sindacato aveva informato e cercato di
coinvolgere.
Con la splendida collaborazione
dell’Avv. Francesco Ciabattoni, per i 9 lavoratori (altri si
rivolsero ad altri avvocati) la lotta si è
spostata nelle aule di Tribunale e, solo dopo numerose udienze e rinvii, si è finalmente giunti a
ristabilire giustizia con una condanna piena ed esemplare emessa nei confronti del datore di lavoro. Il sindacato USB-Unione Sindacale di
Base, per mezzo del suo Coordinatore Provinciale Francesco Bracciani, esprime enorme soddisfazione
per il risultato raggiunto grazie alla disponibilità e alla lotta dei lavoratori non disposti a
rinunciare alla propria dignità. Fondamentale la professionalità, capacità e competenza dell’Avv.
Francesco Ciabattoni che ha permesso di ottenere questo ottimo risultato giudiziario tanto atteso. Questa sentenza fa seguito ad altre con
esiti favorevoli che negli anni si sono succedute sempre nell’ambito degli appalti, in
particolare nella Logistica e Spedizione Merci.
Ciò rafforza la convinzione del sindacato che negli
appalti si annidino lo sfruttamento dei lavoratori e notevoli interessi economici attraverso
l’artifizio delle “scatole cinesi” operate dai Consorzi e da
società di varia natura per sfuggire agli obblighi
di legge e di contratto. Sovente, molte società della grande distribuzione si vantano, nei propri
statuti e sulle pagine di giornale, di mettere al centro il lavoro ed i lavoratori, si dotano di codici
etici e sociali ed appaiono all’ esterno esempi da seguire.
Ma poi, nel concreto, molti utilizzano
il sistema degli appalti e sub-appalti, il sistema dei Consorzi di Cooperative per abbassare i costi a
tutto danno dei lavoratori, sottoposti, oramai, a carichi e ritmi di lavoro insostenibili ed a
retribuzioni spesso al di sotto dei minimi contrattuali di riferimento. A parere del Sindacato
USB è’ necessario rivedere, se non addirittura eliminare, il sistema degli appalti imponendo
garanzie a tutela dei lavoratori per non delegare alla Magistratura, con lunghe attese, il
compito di sanare gli illeciti compiuti.