Ancona - Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Ancona, nell’ambito di articolate indagini di polizia giudiziaria svolte a contrasto degli illeciti in materia previdenziale ed assistenziale, ha scoperto e denunciato all’Autorità Giudiziaria 11 soggetti, di diversa nazionalità (rumeni, marocchini, macedoni, bulgari, tunisini e italiani di origine straniera), che, pur essendo espatriati all’estero, hanno indebitamente percepito dall’INPS provvidenze assistenziali, per un valore complessivo di circa 218.000 euro, in violazione all’art. 316-ter c.p. (Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato).
A
differenza delle prestazioni di natura previdenziale, cioè correlate
al versamento di contributi, la disciplina comunitaria (Regolamento
CE n. 883/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 29 aprile
2004) stabilisce per quelle di natura assistenziale il carattere
della “inesportabilità” all’estero, in quanto possono essere
erogate, a prescindere dalla cittadinanza, esclusivamente nello Stato
membro in cui gli interessati risiedono stabilmente.
L’operazione, convenzionalmente denominata “Ghost invalids”, è stata originata da una segnalazione dell’INPS – Direzione Provinciale di Ancona ed ha riguardato la posizione di vari soggetti, di cittadinanza estera ovvero di origine straniera, percettori da diversi anni di provvidenze assistenziali erogate dall’INPS.
Le attività investigative sono partite dall’acquisizione telematica, da alcuni uffici anagrafe dei comuni della provincia di Ancona (oltre il capoluogo, Falconara Marittima, Cerreto D’Esi, Osimo, Sassoferrato, Monte Roberto, Serra San Quirico e Cupramontana), dei nominativi di persone non più residenti che, a seguito di ulteriori riscontri, sono risultati irreperibili sul territorio nazionale, anche da molti anni.
Dall’incrocio
dei dati con il casellario delle pensioni tenuto dall’INPS, è
emerso che tali soggetti non avevano comunicato all’ente
previdenziale di aver lasciato il territorio nazionale, pur
continuando a percepire illegittimamente le provvidenze dell’INPS
accreditate su conti correnti o su libretti di risparmio, bancari e
postali, per somme comprese tra 7.000 euro e 42.000 euro, per periodi
variabili da due anni circa fino ad un caso limite di 10 anni.
L’esame dei rapporti finanziari sui quali sono state accreditate le provvidenze ha permesso di appurare che gran parte dei prelievi è stato eseguito con carte di debito internazionali presso sportelli automatici all’estero ovvero con la collaborazione di altri familiari, cointestatari o delegati, rimasti in territorio nazionale. Rilevanti ai fini probatori sono risultati anche la cessazione di utenze domestiche a ridosso della data di espatrio ed i controlli di polizia eseguiti presso gli uffici di frontiera, in circostanze temporali a volte correlate a brevi rientri in Italia finalizzati esclusivamente al prelievo del denaro in conto, per poi ritornare nel Paese di origine o, comunque, all’estero.
Con riferimento a 2 soggetti per i quali sono risultate disponibilità significative in conto, le relative giacenze sono state sottoposte a sequestro preventivo d’urgenza per un importo complessivo pari a circa 19.000 euro, posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per la successiva restituzione all’ente previdenziale avente diritto.