Pescara del Tronto, il colore fluttuante delle fiaccole e il rintocco freddo della campana hanno ricordato le vittime del 24 agosto 2016

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Pescara del Tronto, il colore fluttuante delle fiaccole e il rintocco freddo della campana hanno ricordato le vittime del 24 agosto 2016

Sullo sperone roccioso la frazione di Pescara è scomparsa. E non sarà certo ricostruita li, in quella zona sopra la faglia e con il rischio continuo di frana. I residenti si sono trasferiti nelle casette a valle: il campo giochi è diventato un memoriale per i morti del sisma di due anni fa i cui volti sono stampati in magliette appese alla recinzione; giovani, anziani, bambini.

Ascoli - La fiaccolata e il rintocco della campana che ha scandito tutti i nomi delle persone perite a Pescara e Arquata del Tronto la scorsa notte sono state i simboli del ricordo di quella terribile notte del 24 agosto 2016. Poi la messa nel campo giochi, dove vennero composte le salme estratte dalle macerie. Sono state centinaia le persone che hanno partecipato, tra loro il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il sindaco Aleandro Petrucci, rappresentanti della Regione Marche, di altri Comuni, i parenti delle vittime, le associazioni, i comitati.
A ricordare quelle ore tragiche sono arrivati anche alcuni dei soccorritori che giunsero in quei momenti nel piccolo paese, affollato di villeggianti romani (molta gente del posto da anni vive nella capitale, ma torna durante l'estate) all'epoca del terremoto.


Sullo sperone roccioso la frazione di Pescara è scomparsa. E non sarà certo ricostruita li, in quella zona sopra la faglia e con il rischio continuo di frana. I residenti si sono trasferiti nelle casette a valle: il campo giochi è diventato un memoriale per i morti del sisma di due anni fa i cui volti sono stampati in magliette appese alla recinzione; giovani, anziani, bambini.


Un corteo silenzioso, di preghiera e commozione con in testa il vescovo di Ascoli Piceno, Giovanni D'Ercole, che durante la messa ha chiesto di costruire case "in modo che non ci faccino più paura", una ricostruzione che non sia "maquillage".

Qui il sisma è ancora un ferita aperta: per la ricostruzione che stenta a ripartire, per il ricordo straziante delle persone care che non ci sono più. Alcuni ragazzi hanno letto brani da loro stessi scritti per raccontare l'esperienza vissuta quella notte, che a Pescara del Tronto era una notte di festa, parole toccanti, di paura e smarrimento, prima della commemorazione alle 3:36, l'ora della prima scossa, delle vittime, i cui nomi sono stati letti dal parroco don Nazzareno accompagnati da un rintocco di campana.

Conte ha osservato un silenzio rispettoso, solo alla fine si è fermato a parlare con alcuni familiari delle vittime, ha annuito ad un arquatano che lo ha esortato: "Ora diamogli sotto". Poi un breve contatto con un comitato di terremotati che gli aveva inviato una lettera, prima di allontanarsi.