Ascoli - Il Tar Marche ha accolto il ricorso con cui il Comune di Ascoli e quello di Castignano, insieme ai comitati ambientalisti, avevano impugnato il provvedimento di autorizzazione rilasciato dalla Provincia di Ascoli Piceno alla GETA riguardante la cd. “Quarta Vasca” in località Alto Bretta.
“Il Tar Marche ha accolto i nostri
ricorsi, riconoscendo come fondate le censure mosse dai comuni di
Ascoli e Castignano relative alla problematica della distanza tra la
nuova discarica privata della Geta e il centro abitato di
Ripaberarda.
Prima di adire le vie giudiziarie avevamo
chiesto alla Provincia di revocare l’autorizzazione in autotutela
ma il Presidente - con la consueta protervia - aveva risposto picche.
Ora D’Erasmo si è preso una sonora bastonata dal TAR che per
giunta ha condannato la provincia al pagamento delle spese. Si
tratta di una sconfitta che ci ripaga ampiamente dall’amarezza
degli ultimi mesi. Mesi nel corso dei quali avevamo denunciato la
disparità di trattamento con cui l’Amministrazione provinciale
gestisce i procedimenti riguardanti la GETA rispetto a quelli che
inseriscono la società pubblica Ascoli Servizi Comunali. Due pesi e
due misure che tuttavia, lentamente ma inesorabilmente, vengono
portati alla luce dalla Magistratura.
La scorsa settimana la
sentenza penale del Tribunale di Ascoli che ha assolto il Presidente
pro tempore di Ascoli Servizi Comunali dall’accusa di inquinamento
mossa ingiustamente dalla Provincia all’indirizzo del sito di
Relluce. Oggi il TAR Marche ha bocciato il provvedimento con cui la
Provincia - con estrema e sospetta superficialità - aveva
autorizzato l’ennesima discarica provata in località Alto Bretta
di Ascoli Piceno. La Verità qualche volta tarda ma alla fine i nodi
vengono al pettine. D’Erasmo si faccia un esame di coscienza e
agisca di conseguenza. Ormai il suo gioco anti ascolano è stato
scoperto”.