Castelli scrive al Prefetto : 'Basta decisioni sopra la testa dei sindaci e dei Comuni.'
Ascoli - Il Sindaco di Ascoli, Guido Castelli,
ha ricevuto nella giornata di ieri una lettera molto preoccupata di
alcuni residenti di Porta Cappuccina che lamentano la dislocazione in
un appartamento di via Spontini di un contingente di richiedenti
asilo (6/8 persone) gestito dall’associazione La Misericordia.
Questa la dichiarazione del Sindaco: “L’appello del
condominio di via Spontini nel quartiere di Borgo Solestà non va
ignorato e merita approfondimenti che il Comune di Ascoli Piceno ha
il dovere di chiedere alla Prefettura. Quali sono gli appartamenti
che i vari “organizzatori” dell’accoglienza propongono alla
Prefettura in occasione dei bandi ? Hanno tutti i requisiti di legge
per ospitare i richiedenti asilo e con quale sistematicità vengono
controllati gli spostamenti tra le varie strutture riconducibili alla
medesima organizzazione ? Purtroppo i comuni non vengono messi in
condizione di conoscere anticipatamente gli spostamenti di
richiedenti asilo che avvengono in Città. Solo un soggetto tra gli
esercenti del servizio operanti ad Ascoli (non la Misericordia) ha la
premura di informare direttamente il Sindaco, primo responsabile
della sicurezza della comunità, in merito ai vari movimenti di
richiedenti asilo. Generalmente, il Sindaco si trova nella condizione
di “prendere atto” di quanto accade nei vari immobili cittadini.
Non possiamo sottovalutare le implicazioni del fenomeno migratorio.
Tra l’altro le notizie che abbiamo appreso dalla stampa, di
indagini della Magistratura sull’adeguatezza di un immobile sito
nel cuore della Città e gestito proprio dall’ass. Misericordia,
destano preoccupazioni che meritano approfondimenti.
Ho scritto una lettera alla Prefettura per ottenere i chiarimenti necessari per affrontare la vicenda di via Spontini e, più in generale, per sollecitare un flusso di informazioni più preciso e costante sul fenomeno migratorio. È curioso che i comuni debbano sostenere oneri cospicui per garantire la sicurezza di processioni o di manifestazioni di carnevale mentre poi vengono tenuti all’oscuro degli spostamenti di soggetti che, a tutti gli effetti fino al riconoscimento dello status di rifugiato, sono da considerarsi clandestini. Ovviamente la Prefettura applica le leggi dello Stato ma così l’Italia non può andare avanti.”