San Benedetto - Nella
serata del 4 novembre si presentava negli Uffici del Commissariato di
P.S. di San Benedetto del Tronto una giovane donna nigeriana di circa
25 anni accompagnata da una coppia di persone del luogo che
riferivano di essere stati avvicinati nel centro di San Benedetto del
Tronto dalla giovane donna che, in un profondo stato di prostrazione,
chiedeva incessantemente aiuto.
Negli uffici di Polizia la giovane dichiarava di essere stata vittima di tratta al fine di sfruttamento sessuale in Italia, il tutto ad opera di un suo connazionale domiciliato in zona, da cui era riuscita a fuggire in maniera rocambolesca, allontanandosi dal luogo in cui era praticamente reclusa.
Nella denuncia narrava anche di una violenza sessuale subita dal suo concittadino e finalizzata a costringerla a prostituirsi, violenza culminata anche con una lesione per un morso inflittole dal malvivente.
Nel
raccontare le vicissitudine la vittima illustrava le dinamiche della
sua venuta in Italia, ricalcando i ben noti e drammatici percorsi già
vissuti da altre donne vittime di tratta, spiegando che l’aguzzino
le richiedeva un somma esorbitante (18.000 euro) per liberarsi dallo
sfruttamento, denaro che sarebbe dovuto provenire dalla prostituzione
da esercitare in strada, costringendola psicologicamente tramite i
noti riti esoterici “JUJU” molto temuti dalle popolazioni
centroafricane.
Messa
in sicurezza la denunciante, le indagini esplicate dalla Polizia di
Stato Sezione Criminalità Organizzata e Straniera della locale
Squadra Mobile, con l’ausilio di personale investigativo del
Commissariato di San Benedetto del Tronto, permettevano di acquisire
con certezza sia l’identità dello sfruttatore sia il luogo della
violenza sessuale, un hotel nei pressi della costa sambenedettese
luogo di dimora dello sfruttatore quale richiedente asilo.
Inoltre,
emergeva anche una preoccupante attività intimidatoria dello
sfruttatore nei confronti dei familiari della ragazza, effettuata
nello in Nigeria a mezzo di appartenenti al suo “clan” che
arrivavano a minacciare di morte i due figli in tenera età della
donna sfruttata.
Dalle
indagini si evidenzia altresì l’attività esplicata dai criminali
per appropriarsi dell’abitazione in Nigeria dei genitori della
denunciante, quale parte dell’esorbitante somma di denaro richiesta
per l’ingresso clandestino in Italia, non curanti di gettare
letteralmente in strada un nucleo familiare di circa 8 persone.
Le risultanze investigative narrate, derivanti da indagini di polizia giudiziaria coordinate dal Procuratore della Repubblica di Ascoli Piceno Umberto Monti, venivano valutate dal GIP del locale Tribunale che emetteva un’ordinanza di custodia cautelare a carico dello sfruttatore, cittadino nigeriano 27enne, tratto in arresto in data odierna a San Benedetto del Tronto.