Giovanna Ceolini, Presidente di Assocalzaturifici e Micam commenta lo scenario nazionale: "L’anno
da poco concluso è stato caratterizzato sin dall’inizio dalla
contrazione degli ordinativi che, in un clima di incertezza, imputabile a
cause esogene tra cui tensioni geopolitiche, nuovo aumento dei costi
energetici e rallentamento di importanti economie, ha colpito
significativamente anche il lusso. Con ripercussioni sulle lavorazioni
per le multinazionali del fashion che producono in Italia, traino della
risalita dopo l’emergenza pandemica. Auspico che entro l’anno in corso
si possa concretizzare una ripartenza per le aziende calzaturiere, che
rappresentano uno dei settori cruciali per il Made in Italy”.
Nel
dettaglio, l’export nei primi 10 mesi del 2024 (ultime cifre ufficiali
Istat disponibili) ha perso il -8,1% in valore, con un -4,4% nelle paia,
con un trend più penalizzante per le destinazioni fuori dall’Unione
Europea, interessate nell’insieme da arretramenti del -11,4% in volume e
del -14,3% in valore. Tra queste, i risultati positivi si registrano
per la Cina, che segna nei primi 10 mesi incrementi del +2,5% in valore e
del +18,9% in quantità (malgrado una contrazione attorno al -4% in
valore nel quadrimestre luglio-ottobre, che confermerebbe le indicazioni
di rallentamento messe in luce da molti analisti), per gli Emirati
Arabi, dove il +24% in valore è accompagnato da flessioni in volume, e
per la Turchia. Non crescono le vendite in Nord America (con USA -5,6%
in valore e Canada -15,7%) e in Russia (nuovamente in marcato calo,
-22,4%, dopo il rimbalzo del 2023). Rallentano i flussi verso gli hub
logistici svizzeri. Tra i partner comunitari, moderate le riduzioni per
Francia (-1,9% in valore) e Germania (-4,1%, che tiene in quantità).
Il
saldo commerciale del settore, che pur mostra un attivo nei primi 10
mesi di 4,2 miliardi di euro, appare in diminuzione del -11,2%,
nonostante il -5,5% delle importazioni. Si stima dovrebbe arrivare a
consuntivo annuo appena sotto i 5 miliardi di euro rispetto ai 5,7 nel
2023.
Sul
versante interno, gli acquisti delle famiglie sono scesi, nei 12 mesi
del 2024, del -1,4% in spesa e del -2% in quantità rispetto al
consuntivo 2023, restando ancora al di sotto del -5,3% in valore.