Industria calzaturiera: nelle marche, nei primi 9 mesi del 2024, export in valore in calo del -6,4%

Industria calzaturiera: nelle marche, nei primi 9 mesi del 2024, export in valore in calo del -6,4%

Le prime 5 destinazioni, che coprono il 46,7% del totale, sono risultate: Francia (+22,2%), Germania (-11,8%), Usa (-11,9%), Cina (-23,7%) e Belgio (+4,6%). Diminuiscono aziende (-195) e addetti (-1.546).

Milano 24 febbraio 2025 - Il comparto calzaturiero italiano chiude il 2024 con una flessione dell’export (-8,4% in valore) e del fatturato, che si attesta a 13,21 miliardi di euro (-9,4%, quasi 1,4 miliardi in meno rispetto al 2023). Oltre alla produzione, che rallenta attestandosi a 124,1 milioni di paia (-16,1%), calano gli addetti (-3,8%) e le imprese (-5,5%). Questa la fotografia del settore, scattata dal Centro Studi di Confindustria Accessori Moda per Assocalzaturifici, presentata in occasione di Micam, la più importante fiera del comparto in programma dal 23 al 25 febbraio 2025 a Fiera Milano Rho.
A livello regionale, nei primi nove mesi del 2024 nelle Marche export in valore in calo del -6,4% sull’analogo periodo 2023. Le prime 5 destinazioni dell’export marchigiano, che coprono il 46,7% del totale, sono risultate: Francia (+22,2%), Germania (-11,8%), USA (-11,9%), Cina (-23,7%) e Belgio (+4,6%). La Russia, sesta, segna un -33,1%. Il numero di imprese attive (calzaturifici + produttori di parti) ha registrato a fine dicembre 2024, tra industria e artigianato, secondo i dati di Infocamere-Movimprese, un calo di -195 aziende rispetto al consuntivo 2023, accompagnato da un saldo negativo di -1.546 addetti. Per quanto riguarda le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate da INPS per le imprese marchigiane della filiera pelle nell’intero 2024, si registra un aumento del +163,8% rispetto al 2023: sono state autorizzate quasi 6 milioni di ore, un numero superiore del +116,5% anche rispetto alla situazione pre-Covid del 2019.

Giovanna Ceolini, Presidente di Assocalzaturifici e Micam commenta lo scenario nazionale: "L’anno da poco concluso è stato caratterizzato sin dall’inizio dalla contrazione degli ordinativi che, in un clima di incertezza, imputabile a cause esogene tra cui tensioni geopolitiche, nuovo aumento dei costi energetici e rallentamento di importanti economie, ha colpito significativamente anche il lusso. Con ripercussioni sulle lavorazioni per le multinazionali del fashion che producono in Italia, traino della risalita dopo l’emergenza pandemica. Auspico che entro l’anno in corso si possa concretizzare una ripartenza per le aziende calzaturiere, che rappresentano uno dei settori cruciali per il Made in Italy”.

Nel dettaglio, l’export nei primi 10 mesi del 2024 (ultime cifre ufficiali Istat disponibili) ha perso il -8,1% in valore, con un -4,4% nelle paia, con un trend più penalizzante per le destinazioni fuori dall’Unione Europea, interessate nell’insieme da arretramenti del -11,4% in volume e del -14,3% in valore. Tra queste, i risultati positivi si registrano per la Cina, che segna nei primi 10 mesi incrementi del +2,5% in valore e del +18,9% in quantità (malgrado una contrazione attorno al -4% in valore nel quadrimestre luglio-ottobre, che confermerebbe le indicazioni di rallentamento messe in luce da molti analisti), per gli Emirati Arabi, dove il +24% in valore è accompagnato da flessioni in volume, e per la Turchia. Non crescono le vendite in Nord America (con USA -5,6% in valore e Canada -15,7%) e in Russia (nuovamente in marcato calo, -22,4%, dopo il rimbalzo del 2023). Rallentano i flussi verso gli hub logistici svizzeri. Tra i partner comunitari, moderate le riduzioni per Francia (-1,9% in valore) e Germania (-4,1%, che tiene in quantità).
Il saldo commerciale del settore, che pur mostra un attivo nei primi 10 mesi di 4,2 miliardi di euro, appare in diminuzione del -11,2%, nonostante il -5,5% delle importazioni. Si stima dovrebbe arrivare a consuntivo annuo appena sotto i 5 miliardi di euro rispetto ai 5,7 nel 2023.
Sul versante interno, gli acquisti delle famiglie sono scesi, nei 12 mesi del 2024, del -1,4% in spesa e del -2% in quantità rispetto al consuntivo 2023, restando ancora al di sotto del -5,3% in valore.