Ascoli – C'è una interessante novità
nel Terzo Settore piceno: un “esercito” composto da 1.000
volontari dichiara “guerra” alla povertà. E' un esercito
pacifico che intende non solo soddisfare il bisogno in emergenza, ma
vuole scortare la persona fuori dalla povertà, riuscire nell'intento
d'integrazione con un percorso di dignità oggi che il ceto medio sa
di amarcord.
E' con questo disegno che lunedì 25 settembre è
stata costituita l’Associazione Polo Accoglienza e Solidarietà
(Associazione PAS).
Tante competenze che si mettono insieme per aiutare esseri umani che di termini come “qualità della vita” hanno sperimentato la parte negativa, e in molti casi sono precipitati, a causa della crisi e della conseguente perdita del lavoro, da una posizione che non pensavano da “fortunati” in quella buia di difficoltà di sopravvivenza.
La Fondazione Carisap ha messo in campo 600 mila euro per questo progetto.
Una somma che doveva essere spesa entro settembre 2017 e che Pas non ha potuto spendere perché non è riuscita a trovare un luogo, circa 500 metri quadrati, dove collocare insieme un percorso logico di assistenza dalla mensa dei poveri (Zarepta) all'assistenza sanitaria e igienica, insieme agli altri servizi sociali e di inclusione in percorsi burocratici per accedere a servizi sanitari o sociali che molte di queste persone non sanno come raggiungere e spesso non ne conoscono neppure l'esistenza, come ad esempio l'esenzione da ticket.
Questo progetto è super condiviso da tutti con il vescovo Giovanni D'Ercole in testa e il sindaco Guido Castelli.
Ma, a nostro avviso, sposare un progetto significa anche anteporre progettualità che magari possono essere in stand by per un anno e pensare all'emergenza.
Di cosa parliamo? Ci riferiamo alla situazione di Zarepta, la mensa dei poveri attigua a Santa Maria Intervineas, che è puntellata a causa del terremoto e fra qualche mese dovrà sloggiare e quindi smettere la propria attività. E' un esempio di volontariato puro che somministra 60 pasti al giorno e che fra poco non potrà più distribuire per situazione contingente.
Una prima richiesta alla Diocesi di sistemazione presso l'ex seminario ha trovato diniego perché in quei locali locali monsignor D'Ercole ha altre progettualità da concretizzare.
Per carità, ci mancherebbe altro che a casa propria non si possa decidere cosa fare. Ma in questo caso, forse, la legge del buon senso, potrebbe lasciare la porta aperta alla deroga: dare subito una risposta all'emergenza mentre nel frattempo si continua a cercare la sistemazione ideale in locali di circa 500 metri di ampiezza in città. Già in città perché occorre che ci sia una struttura accessibile a persone che non hanno auto e con difficoltà a spostarsi.
La nascita dell’Associazione PAS, un’associazione di associazioni, rappresenta il traguardo di un percorso di rete avviato a partire da aprile 2015 da vari soggetti che sul territorio offrono, in modo diretto o indiretto, servizi e sostegno ai poveri.
L’iniziativa, inizialmente promossa
da alcune associazioni, ha via via coinvolto altre realtà sia laiche
che ecclesiali, che pur nel rispetto dello specifico di ciascuna, si
sono messe in gioco con l’obiettivo di ottimizzare le risorse e
migliorare i servizi a favore dei poveri.
In questi due anni e mezzo si sono
condivisi esperienze, informazioni, dati, sono stati avviati tanti
micro progetti soprattutto è maturata la consapevolezza che la
complessità delle problematiche di oggi richiede un approccio
sinergico, uscire quindi all'autoreferenzialità ed entrare sempre
più in una logica di rete. Un welfare che parte dal basso e che con
l’associazione PAS assume una strutturazione, pur leggera, per
poter andare avanti.
I soci fondatori dell’Associazione
PAS sono: Ass. Betania (Caritas), CRI, S.Vincenzo, Zarepta, CAV,
ACLI, Movimento Diocesano, B&F, l’UNITALSI e l’Azione
Cattolica. L’AGESCI ha assicurato il suo sostegno all’iniziativa.
La presenza di tante realtà
associative eterogenee tra loro è il vero valore aggiunto
dell’iniziativa, perché si è creato un fronte unico del “bene”,
una rete di prossimità capace di intercettare le povertà vecchie e
nuove, visibili e nascoste.
La costituzione dell’Associazione PAS
non è solo un traguardo di un percorso di rete ma vuole essere un
punto di ripartenza accelerata per la realizzazione nel territorio di
una struttura, che oggi manca e se ne sente il bisogno, in cui poter
dare un servizio integrato ai poveri e fornire loro nel contempo una
possibilità per poter ripartire. Realizzare cioè quella “cittadella
della carità” di cui S.E. il Vescovo D’Ercole ha parlato
all’inizio dell’anno della Misericordia.
Era l’autunno del 2015, con il
Vescovo si sono fissate le priorità e il metodo di lavoro e mano a
mano è venuto alla luce il “sogno” del PAS “Polo di
Accoglienza e Solidarietà”, un progetto finalizzato allo sviluppo
della coesione sociale sul territorio cittadino e provinciale,
attraverso pratiche virtuose di inclusione sociale e l’attivazione
di azioni integrate di solidarietà, assistenza e salute
pubblica. Questi i servizi previsti nel PAS: una nuova mensa, un
dormitorio (maschile e femminile) di emergenza, un centro diurno
(docce, lavanderia, stireria, servizi igienici alla persona), un
ambulatorio medico-infermieristico (ivi compreso un dispensario
farmaceutico e di apparecchi elettromedicali); a seguire un centro di
distribuzione vestiario e oggetti vari, eventuali laboratori di
falegnameria e cucito (etc.) per l’avviamento al lavoro, botteghe e
ateliers.
In quasi due anni di ricerca non è
stato ancora individuato “un posto” per il PAS. Sono state
valutate alcune ipotesi, poi per vari motivi, accantonate e altre
sono ancora in fase di studio. Tutto è stato e viene fatto in
stretta sintonia con il Vescovo e con la fattiva collaborazione del
Sindaco e dell’amministrazione comunale.
La Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno sostiene il progetto, per la realizzazione del quale ha previsto, nel Piano pluriennale 2017 – 2019, un investimento di 600 mila Euro nel triennio.
Insomma ci sono tutti gli ingredienti
per far sì che Ascoli sia sempre di più la città dell’accoglienza
e della solidarietà: la ferma volontà del Vescovo, la disponibilità
del Sindaco, l’aiuto concreto della Fondazione nella tessitura
della rete di solidarietà, la determinazione di una solida base di
oltre 1.000 volontari… manca solo di individuare un luogo idoneo di
almeno 500 metri quadri per la realizzazione del Polo.
Il Consiglio Direttivo dell’Associazione PAS, composto da Pino Felicetti di B&F (Presidente), Mimmo Bianchini di Betania, Claudio Ricci di Zarepta, Emanuela Tranquilli della S. Vincenzo, Luciano Gabrielli dell’UNITALSI, Elisa Floridi della Croce Rossa e Anita Gasparrini del CAV/ACLI, è già al lavoro per concretizzare al più presto questo “sogno”.