A denunciarla 4 giovanissime vittime di tratta, erano segregate dalla donna e minacciate con violenze e riti voodoo
Ascoli - Si è concluso il processo celebrato con rito abbreviato che vedeva imputata una donna nigeriana di 28 anni per tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione in violazione degli artt. 600 e 601 c.p. Il tribunale di Ascoli Piceno l’ha condannata a sei anni di carcere.
Le indagini, effettuate dalla Squadra Mobile di Ascoli Piceno, erano iniziate dopo la denuncia di 4 ragazze nigeriane costrette a svolgere l’attività prostitutiva lungo la Bonifica del Tronto. L’associazione On the Road, che svolge da oltre un ventennio attività di sostegno alle vittime di tratta e grave sfruttamento sessuale e lavorativo nei territori di Marche, Abruzzo e Molise, aveva accolto le ragazze nell’ambito del progetto antitratta “Asimmetrie” e le aveva accompagnate nel successivo percorso di integrazione sociale.
A.G., la giovane madame (termine utilizzato per definire una sfruttatrice nigeriana), è stata condannata per aver organizzato, avvalendosi di un’articolata rete criminale operante a livello internazionale, il reclutamento in Nigeria ed il trasporto in territorio italiano di donne al fine di destinarle alla prostituzione, dopo averle ridotte in condizioni di assoluta soggezione fisica e psicologica.
Le ragazze, costrette a lavorare in strada per oltre 15 ore al giorno, hanno fornito agli inquirenti blocchetti e quaderni sui quali annotavano quotidianamente i proventi dell’attività prostitutiva che venivano trattenuti dalla sfruttatrice a “saldo” del debito contratto al momento della partenza (superiore a € 35.000,00 per ognuna).
Per assoggettare le ragazze, la madame le sottoponeva ad un rituale voodoo all’interno dell’abitazione di Stella di Monsampolo, terrorizzandole sulle nefaste conseguenze alle quali sarebbero andate incontro se non avessero corrisposto la somma pattuita. Il rito, che consisteva nel procurare loro dei tagli alla fronte con una lametta all’altezza dell’attaccatura dei capelli e nel bagnare loro il volto, le obbligava alla completa accondiscendenza ai voleri della madame pena la morte di loro stesse o dei loro genitori.
Indagato assieme alla donna anche un italiano per cui si procede in separato giudizio, dinanzi la Corte di Assise di Macerata.
L’associazione On the Road Onlus, che dal 1990 opera nel contrasto alla tratta degli esseri umani e offre supporto legale alle vittime, ha sostenuto le persone offese nel corso del procedimento nelle persone dagli avv. Guido Talarico e Michela Manente del Foro di Teramo.